Bellissime senza tempo Sfilano a «Montenapo» le modelle a quattroruote

«Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall’alito esplosivo, un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia». Firmato: Filippo Tommaso Marinetti. Cento anni dopo la pubblicazione del Manifesto del Futurismo, le sue parole sono verità storica. Nulla è cambiato, salvo che l’automobile... è diventata femmina! E il primo evento a corollario della settimana della moda in città, all’interno del Progetto Monte Napoleone dell’assessorato alla Cultura del comune, si è aperto, non a caso, all’insegna della «quattroruote», simbolo culturale a tutto tondo del Novecento. Del resto, moda e automobile da sempre sono binomio inscindibile e imprescindibile, adrenalina pura, fascino immanente. Ieri sera, attorno alle 21, piazza Duomo si è riempita di suoni (per carità: non chiamiamoli rumori!) che avrebbero colmato di soddisfazione e consapevolezza Marinetti&C. Una quindicina di vetture davvero speciali, costruite tra il 1910 e i primi anni ’30, hanno sfilato - vere e proprie sculture viaggianti - in nobile corteo. Dopo i doverosi scatti di rito davanti a Palazzo Reale, sede della mostra sul Futurismo, le «bellissime senza tempo», provenienti da Villa Reale in Palestro, hanno proseguito il loro impeccabile défilé lungo via Manzoni, Montenapoleone, Senato, per tornare al punto di partenza. La sfilata, davvero insolita è stata organizzata dal Cmae (Club milanese automotoveicoli d’epoca, www.cmae.it), sodalizio fondato nel 1959 che oggi conta 2000 soci e che persegue da sempre l’obiettivo di fare e divulgare la cultura dell’automobile. «Quando lessi della mostra sul futurismo a Palazzo Reale - racconta l’architetto Marco Galassi, presidente Cmae - rimasi sorpreso dell’assenza alquanto bizzarra a qualsiasi riferimento all’automobile. Così mandai una email all’assessore Finazzer Flory, che mi rispose per invitare il Club ad esporre delle vetture in occasione dell’inaugurazione. Da lì è nata l’idea della manifestazione di ieri, peraltro organizzata in tempi strettissimi». La sorpresa non è mancata e l’effetto scenico garantito. «Certo, con più tempo a disposizione avremmo potuto allestire una selezione più corposa - spiega Galassi -, ma l’obiettivo è stato comunque raggiunto. Muovere queste vetture non è mai facile: l’imprevisto è sempre dietro l’angolo, ed anzi fa parte del gioco.

Ma, grazie alla disponibilità dei soci, il Cmae ci teneva ad offrire al pubblico una sequenza di modelli che, a partire dagli inizi del secolo scorso, potesse dare il senso della crescita e dell’evoluzione del concetto di automobile, sia sotto il profilo tecnico che stilistico. Basti pensare all’introduzione del parabrezza inclinato all’inizio degli anni ’30, rappresentato da una Fiat Balilla “aerodinamica”, per sottolinerare l’importanza che stava assumendo lo studio delle forme».

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