Guido Mattioni
È ritornato a parlare dellOlocausto, Papa Ratzinger. Ed è ritornato a parlarne ieri, nelludienza settimanale a Roma, facendo un riferimento preciso allantisemitismo che è suonato quasi come una risposta alle reazioni insoddisfatte di parte della comunità ebraica dopo il suo discorso nellex campo di sterminio polacco di Auschwitz. È ritornato a parlarne, il Papa, facendo questa volta anche i «nomi» e dando le «cifre» di quella terribile pagina di storia. Ma lanciando, soprattutto, un appello inequivoco rivolto a tutto il mondo.
«Non dimentichi, lodierna umanità, Auschwitz e le altre fabbriche della morte nelle quali il regime nazista ha tentato di eliminare Dio per prendere il suo posto - ha ammonito infatti Benedetto XVI rivolgendosi ai quasi 40mila fedeli raccolti in Piazza San Pietro -. Non ceda alla tentazione dellodio razziale, allorigine delle peggiori forme di antisemitismo. Tornino gli uomini a riconoscere che Dio è Padre di tutti e tutti ci chiama in Cristo a costruire insieme un mondo di giustizia, di verità e di pace».
E anche nel rievocare le tappe salienti del recente viaggio in Polonia, soffermandosi in particolare sulla sosta nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, il Pontefice è sembrato ieri voler eliminare qualsivoglia equivoco interpretativo circa il suo discorso di qualche giorno fa davanti ai muri delle fucilazioni e alle camere a gas. «Proprio in quel luogo tristemente noto in tutto il mondo ho voluto sostare prima fare ritorno a Roma. Nel campo di Auschwitz-Birkenau, come in altri simili campi, Hitler fece sterminare oltre sei milioni di ebrei», ha ricordato il Papa tedesco citando così il primo responsabile di quellorrore e precisando anche quale fu la sconvolgente dimensione numerica dellOlocausto. Aggiungendo poi che in quel campo di sterminio «morirono anche circa 150mila polacchi e decine di migliaia di uomini e donne di altre nazionalità».
«Di fronte allorrore di Auschwitz non cè altra risposta che la Croce di Cristo; lamore sceso fino in fondo allabisso del male per salvare luomo alla radice, dove la sua libertà può ribellarsi a Dio», ha proseguito Papa Ratzinger rivolgendo poi unesortazione a tutti i cristiani che «devono sentirsi impegnati a rendere testimonianza per evitare che lumanità del Terzo Millennio possa conoscere ancora orrori simili a quelli tragicamente evocati dal campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau». Come a sottolineare che il mostro dellantisemitismo è una minaccia sempre in agguato.
Anche il presidente del Pontificio consiglio per lunità dei cristiani, cardinale Walter Kasper, è intervenuto sul tema, in evidente risposta a chi aveva contestato lassenza, nelle parole del Papa, di un chiaro riferimento a uneventuale colpa collettiva della Germania. «Secondo la fede cattolica non esiste una responsabilità collettiva del popolo tedesco sullo sterminio degli ebrei - ha detto il porporato - ma non esiste nemmeno una assoluzione collettiva. Il Papa non si è comportato come un politico, ma ha posto domande più profonde. Il silenzio di Dio: questa era la domanda di molti giudei e su questo si è soffermato il Papa».
Comunque ieri, Benedetto XVI, rivolgendosi in particolare al folto gruppo di pellegrini polacchi presenti ieri in Piazza San Pietro, e nel ricordare le tappe salienti di quello che è stato il suo primo viaggio apostolico, ha voluto rivolgere «un grande grazie ai cattolici e allintero popolo polacco, che ho sentito stringersi a me in un abbraccio ricco di calore umano e spirituale». Secondo le stime della Chiesa di Varsavia, infatti, il Papa nel corso della sua visita ha incontrato oltre quattro milioni di persone ricevendo quella che il cardinale Stanislao Dziwisz ha definito «la stessa accoglienza e lo stesso affetto che il popolo polacco riservò a Giovanni Paolo II nel corso delle sue otto visite».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.