Garlasco, l'accusa debole all'incidente probatorio: niente nuove prove

Oggi altro round, continua lo scontro tra i periti ma il giallo delle impronte sembra scagionare Sempio

Garlasco, l'accusa debole all'incidente probatorio: niente nuove prove
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Si riprende oggi con esami di routine. Ma l'incidente probatorio per il delitto di Garlasco si sta trasformando in un faticoso combattimento fra esperti. E le nuove prove perdono consistenza ad ogni sessione. Anzi, per qualche ragione, la Procura di Pavia sembra frenare: i legali della famiglia Poggi hanno commissionato una consulenza sulla famosa traccia 33, quella che era stata battezzata come la nuova prova regina contro Andrea Sempio. Per la parte civile, la traccia non è attribuibile a Sempio e nemmeno è collegabile all'azione omicidiaria.

Un disastro per l'accusa, se questa ipotesi dovesse essere confermata in contraddittorio, ma la Procura ha respinto la richiesta di inserire anche questo reperto nella cornice dell'incidente probatorio. Strano. Naturalmente il no è motivato da ragioni tecniche, ma non si comprende il motivo di tutta questa prudenza.

Oggi, dunque, si procede con l'analisi dei tamponi vaginali, ma il responso pare scontato: quello di Chiara non fu un omicidio a sfondo sessuale, dunque nessuna novità dovrebbe arrivare su questo versante.

Altre analisi si giocheranno sul fronte del materiale trovato sotto le unghie di Chiara. È davvero il Dna di Andrea Sempio? Anche qui si annuncia battaglia fra i tecnici e le diverse interpretazioni.

Resta però una sensazione di sconcerto per l'andamento sorprendente dei test sin qui eseguiti. La Procura attribuiva grande importanza alla pattumiera mai esaminata nella precedente inchiesta e ritenuta dagli investigatori quella della mattina del delitto. Chi era entrato nell'appartamento di via Pascoli?

Ora si scopre che sulla cannuccia dell'Estathé c'è il Dna di Stasi: dunque c'era lui quella mattina? O i rifiuti tornano ad avere una collocazione temporale incerta? L'incidente sembra aggiungere incertezza invece di dispensare le attese verità. E nemmeno le impronte contenute nei trenta fogli di acetato offrono soluzioni al giallo: non c'è Dna leggibile e dunque siamo al punto di prima. Anche la traccia 10, quella sulla porta d'ingresso, ritenuta molto interessante e attribuita addirittura al killer, non dà appigli. Ci saranno naturalmente altri approfondimenti e del resto si andrà avanti fino ad ottobre, ma a questo punto si spera nel Dna sotto le unghie. Difficile pero che questa prova possa dare risultati definitivi, insomma la vicenda si ingarbuglia.

E gli avvocati di Sempio cantano vittoria.

Anche se lo screening è ancora in corso. Pure l'impronta 33 è, secondo la parte civile, un flop: sarebbero 5 e non 15 le minuzie corrispondenti all'impronta di Sempio. Numeri che, se confermati, non cambierebbero una storia già scritta.

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