Politica

Berlusconi chiama i moderati alla crociata della democrazia

Il Cavaliere al telefono per la festa azzurra di Bologna attacca Renzi: "Una disillusione". E guarda al futuro della coalizione. Brunetta avverte: "Serve Lega forte ma non egemone"

Berlusconi chiama i moderati alla crociata della democrazia

È una domenica segnata dalla politica, ma anche dall'attenzione verso gli affetti familiari quella di Silvio Berlusconi che da Arcore si sposta nella villa di Paraggi per vedere la sua ottava nipotina, Sofia Valentina, figlia di Pier Silvio Berlusconi e Silvia Toffanin, nata il 10 settembre. In serata si ferma a cena con la compagna Francesca Pascale, la figlia Marina, il presidente della Liguria Giovanni Toti e i vertici locali del partito, da Puny, storico ristorante della piazzetta di Portofino, accolto dal consueto bagno di folla e richieste di selfie.

Nel pomeriggio aveva detto la sua su Matteo Renzi, il governo e le riforme: nessuna nostalgia, questa la sostanza, per il Patto del Nazareno. «Quella del Senato è una riforma autoritaria che sottrae ai cittadini la possibilità di votare e in democrazia non è mai una buona cosa», così il leader di Forza Italia, intervenuto telefonicamente alla Festa della Libertà a Bologna. Del resto, ha aggiunto, «cosa potevano aspettarci da una maggioranza parlamentare che non ha vinto le elezioni e da un premier che non è mai stato candidato e mai eletto?». Le riforme del governo rappresentano «una disillusione - ha detto ancora il Cav - perché dovevano nascere la Terza Repubblica: invece tutto si è risolto in una disputa all'interno del Pd, una sorta di pre-congresso».

Quanto alla tasse, «annunciare sgravi fiscali senza dire quali spese tagliare è una presa in giro, lo stesso governo ha detto di dover rivedere le stime sul deficit». Perciò «immaginare che ci sia un vero taglio delle imposte è del tutto impensabile». L'Europa sta faticosamente uscendo dalla crisi «ma l'economia italiana è ancora vicina alla crescita zero» e Palazzo Chigi «non può vendere questi piccoli miglioramenti come meriti propri». A proposito di Europa, «siamo addolorati che non riesca a prendere alcuna decisione» sull'immigrazione. «C'è solo un modo per colpire al cuore le cause. Estirpare il cancro dell'Isis, mettere fine alla guerra in Siria e mettere a posto la situazione libica». Tutto questo «solo con una grande coalizione che, sotto la bandiera dell'Onu, metta insieme Usa, Europa, Nato, Russia e Cina».

Dunque, nessuna nostalgia. «Non ci siamo pentiti di esserci chiamati fuori un anno fa da questo teatrino». Meglio guardare al futuro: «Metteremo in campo una crociata della democrazia per far tornare le persone a votare e per consentirci, insieme alla Lega e a Fratelli d'Italia, di raggiungere una grossa maggioranza per sconfiggere la sinistra alle prossime elezioni». Una risposta alla fuga dai partiti. «Non dobbiamo stupirci che di fronte a questa cattiva politica siano in aumento gli italiani che non vanno a votare, sfiduciati». Secondo Berlusconi «è un tema fondamentale e guardando alle prossime elezioni dobbiamo trovare il modo per comunicare che c'è un progetto importante realizzabile se parte di questa maggioranza silenziosa diventerà una attiva andando a votare». E in serata, da Portofino, aggiunge: «Dopo che tornerò nello splendore dell'innocenza, con la sentenza di Strasburgo che ribalterà quella del 1 agosto 2013, tornerò in tv e Forza Italia tornerà ad essere il partito numero uno, non ho dubbi».

Primo test alle amministrative di primavera. A Bologna Fi mette in campo Galeazzo Bignami che per il Cav «è talmente forte che potrebbe fare pure le primarie» e per Renato Brunetta avrà l'appoggio della Lega. «L'accordo con Salvini si fa - ha spiegato il presidente del deputati di Fi - Negli anni scorsi avevamo Bossi, con slogan e battaglie storiche, eppure Berlusconi riuscì a governarci insieme per 10 anni. Matteo ha salvato la Lega da una crisi nerissima. Ed io sono felice, perché una Lega forte rende il centrodestra più forte». Però attenzione, «altra cosa è avere una Lega egemone, la nostra coalizione non potrà mai essere a trazione lepenista, altrimenti ci teniamo Renzi per i prossimi vent'anni.

Solo se guarderà al centro, al ceto medio, può vincere».

Commenti