"Avrò la fiducia? Vorrei vedere...". Subito dopo il Consiglio dei ministri e poco prima di arrivare alla Camera, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si mostra sicuro di sé e della tenuta della maggioranza in parlamento. E con la stessa sicurezza affronta l'Aula di Montecitorio, mezza vuota per il gesto scellerato del centrosinistra. E' alla Camera, dove martedì il centrodestra è andato sotto nella votazione sul Rendiconto, che il premier torna a chiedere la fiducia al governo: "Non vi nascondo la gravità dell’incidente, ma ciò non può avere conseguenze sul piano istituzionale".
"Il governo chiede di avere confermata la fiducia perché profondamente consapevole dei rischi che corre il Paese e perché i tempi imposti dai mercati non sono compatibili con quelli di certe liturgie della politica". Non nasconde le colpe della maggioranza, spiega la gravità della crisi economica aggravata dall'attacco ai mercati da parte della speculazione e delinea le prossime mosse del governo per rilanciare lo sviluppo del Paese. Perché un incidente parlamentare di cui la maggioranza porta responsabilità e di cui il Cavaliere si scusa non può (e non deve) minare la tenuta di un governo e, soprattutto, il futuro dell'Italia. D'altra parte - e di questo Berlusconi è profondamente convinto - "non c’è alternativa credibile a questo governo". Al centrosinistra e al presidente della Camera Gianfranco Fini, che brigano sotto banco per scalzare il Cavaliere e mettere al suo posto un governo tecnico, Berlusconi tiene a ricordare che quando la maggioranza e il suo leader perdono la fiducia la parola deve tornare agli elettori: "Questo è il sale della democrazia". Il premier la definisce "una regola che che protegge la stabilità degli esecutivi": "Questa è una norma di democratica che va custodita come tesoro se non vogliamo che le istituzioni cadano nello spregio del partito del disfascismo". In un momento in cui l'Unione europea chiede a più riprese la coesione politica e sociale, le opposizioni non esercitano soltanto un legittimo diritto-dovere di critica, ma sono "frastagliate e divise". Anzi, per evitare di sparire del tutto, cercheranno di mettere in atto "una campagna demolitoria".
Davanti a un'opposizione unita unicamente dall'anti berlusconismo, il Cavaliere presenta "una maggioranza politicamente coesa" per testimoniare che "l’Italia ce la fa, ce la farà e può rilanciarsi" battendo la strategia del pessimismo portata avanti dal centrosinistra. Proprio per questo, il governo andrà comunque avanti "senza farsi condizionare da nulla" se non dal rispetto della Costituzione e degli impegni presi con l'Unione europea (guarda il video). Pur ammettendo che il cuore del sistema bancario internazionale attaccato dai mercati finanziari minaccia la tenuta dell'euro che è il pilastro della costruzione europea, Berlusconi spiega che la stessa moneta unica ha "un vizio di origine". Non esiste un'autorità centrale che governi l’economia e che possa emettere i bond - spiega il Cavaliere alla Camera - fin quando l'Unione europea non farà un passo avanti nell’unità politica, nel coordinamento delle politiche economiche, della difesa della politica estera, finchè rimarremo un grande corpo economico con una piccola testa, trascineremo il rischio che l'Europa possa trasformarsi in un fattore destabilizzante".
Nessun passo indietro, nessun governo tecnico ("incapace a prendere decisioni difficili) e nessuna sinistra disfattista. Il discorso del Cavaliere è netto, chiarissimo negli intenti e teso all'attuazione delle "ricette" necessarie a rilanciare l'Italia e ad abbattere il debito pubblico: "Una crisi di governo al buio oggi determinerebbe la vittoria del partito declinista, catastrofista, speculativo in azione da mesi in Europa e in Italia".
Tuttavia, dopo aver lodato la "posizione impeccabile" del presidente della Repubblica, Berlusconi preferisce non chiudere la porta a chi nell’opposizione vuole fare proposte concrete dando prova di responsabilità civile.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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