Roma - «Walter Veltroni è un grande chiacchierone, ma il suo spettacolo è finito». Silvio Berlusconi in un’intervista al settimanale Newsweek scatta la sua fotografia delle due sinistre italiane: quella di governo e quella di propaganda, quella dei fatti e quella delle parole. Due sinistre che sono, in realtà, un unico soggetto, capace di cambiare abito e identità a seconda delle circostanze e interpretare due parti in commedia.
«Gli italiani - dice Berlusconi -hanno capito che in Italia ci sono due sinistre, che le sinistre significano 67 nuove tasse, aumentodella pressione fiscale, apertura dei confini con una caduta della sicurezza, la tragedia dei rifiuti e lo stop ai cantieri dei lavori pubblici. Questi sono i fatti della sinistra. Ci sono le belle parole e le promesse - prosegue - e questa è la sinistra di Veltroni. Per quanto mi riguarda, invece, gli italiani mi conoscono per quello che sono e per quello che ho fatto dopo cinque anni di governo».
Illustrate le credenziali dei due candidati premier, Berlusconi si sofferma sulle condizioni economiche in cui si dibatte l’Italia, un Paese che più di altri rischia di soffrire della crisieconomica. «Lo scenario è negativo in generale. In particolare è negativo per l’Europa e l’Italia ha più fattori negativi. Ma gli altri non sono in una situazionepiù semplice: l’economia mondiale sta facendo i conti con una crisi finanziaria negli Stati Uniti. Poi c’è il petrolio. A tutti questi fattori, l’Europa deve aggiungere l’ipervalutazione dell’euro che crea un enorme difficoltà per l’esportazione». In questo quadro, «l’Italia ha più fattori negativi. Abbiamo infrastrutture insufficienti - spiega - un’amministrazione pubblica inefficiente. C’è un alto debito pubblico. Inoltre con la politica della sinistra, che ha aperto i nostri confini, abbiamo una presenza di immigrati clandestini più alta che in altri Paesi, e questo significa un alto grado di criminalità». «I dati - prosegue il Cavaliere - dimostrano che il 36% dei crimini commessi in Italia sono commessi da immigrati clandestini, e in alcune città del Nord, come Treviso, la percentuale cresce al 50%. Senza dimenticare che nell’immagine mondiale, la spazzatura di Napoli ha mostrato un’Italiacome un Paese coperto da immondizia, che danneggia la nostra industria turistica».
Riuscirà l’Italia a risolvere i suoi problemi? «Se avremo una larga maggioranza, e se avremo entrambelecamere - conclude il leader del Pdl - saremo capaci di operare». Al settimanale che gli fa notare come questa campagna elettorale veda all’opera un Berlusconi più prudente rispetto al passato, il leader del Pdl replica secco:«Orasono molto più prudente perché la situazione è quella che è. Sono un realista».
L’intervistatore sottopone al leader del centrodestra un altro interrogativo: quello sulla presunta fine dell’ antiberlusconismo. «La sinistra ha semplicemente capito che utilizzare questi metodi era un boomerang. D’altra parte ormai credo gli italiani mi conoscano per quello che sono, per quello che ho fatto. Dopo cinque anni di governo Berlusconinon possono pensare a qualcuno più liberale dime.Guardandole televisioni e leggendo i giornali che sono di proprietà della mia famiglia sanno che non c’è mai stato un attacco contro la sinistra. Credo che gli attacchi radicali creino rifiuto, che questi attacchi degli estremisti abbiano creato una repulsione e che la sinistra abbia capito che non era più conveniente continuare».
Berlusconi ribadisce anche il suo auspicio per il futuro di Alitalia, sottolineando la necessità dinonfarsi «colonizzare» da Air France.«Spero che la nostra compagnia di bandiera appartenga a un gruppodi imprenditori italiani. Credo che un Paese come l’Italia, dove il turismo rappresenta una parte importante del Pil,nonpossa rinunciare a una compagnia di bandieraperché se AirFrance colonizza Alitalia,noncredo che questi turisti verrannoinprimoluogoaRoma, FirenzeoNapoli. Pensoche vadano prima in Francia». Infine uno sguardo sugli scenari del dopo voto, quello che Berlusconi lancia in una intervista al Quotidiano nazionale, con il quale chiude la porta a possibili inteseconilPdall’indomani del voto.
«I sondaggi in nostro possesso ci danno un margine più che tranquillizzante anche al Senato: da 28a30 e più senatori. Quindi niente larghe intese, niente grande coalizione, niente di niente. Chi prende più voti, e più seggi, ha il dovere di governare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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