Roberto Scafuri
da Roma
Onorevole Fausto Bertinotti, il Re è nudo, orfano del suo Ulivo. Prodi reggerà?
«Qui si parrà sua nobilitate. Romano Prodi ha un grande chance, fare di necessità virtù e abbandonare la condizione duplice di leader dellUlivo e dellUnione. Riconosca lautonomia dei disegni strategici delle diverse forze, accetti e organizzi la competizione sulla collocazione di ciascuno. Ne guadagnerà lautonomia della coalizione, che dallarticolazione delle forze in campo potrà porre al centro la costruzione del programma. Si misura così la capacità di leader dellUnione».
Hic Rhodus hic salta, dicevano i latini. Ma se non lo fa?
«È a un bivio. Se subisce lo smacco, si indebolisce...».
Lindebolimento è palese, hanno attaccato le fondamenta del suo progetto.
«Si tratta di capovolgere la situazione in suo favore. Si logorerà se si lascia coinvolgere nel conflitto interno».
Lui ha parlato di «suicidio».
«Suicidio dellUlivo, non è detto che lo sia per lUnione. Vivaddio, torna la politica. Quello che accade era previsto... Lavevo detto è una frase odiosa, non la pronuncerei mai. Però era obbligatorio che il collante non tenesse e che si giungesse a una dialettica. Bisogna ripartire da un punto ineliminabile: il confronto ideologico nella coalizione è una virtù, non un vizio...».
Così addio allUnione...
«No, la coalizione è condannata a stare assieme. Ma deve imparare a convivere con le posizioni differenti. Finalmente la situazione si rimette in moto. Sa che significa?, uscire da quel pantano che è stata la seconda Repubblica».
Torniamo allanalisi, allora. Che cosa sta accadendo?
«Accade che dovremo abituarci a repentini mutamenti nei rapporti tra e dentro le forze politiche a est come a ovest».
Perché?
«Per due motivi di fondo. Il primo di politique politicienne, il terremoto che ha il suo epicentro nella fine dellera berlusconiana. Ma come diavolo può reggere, un sistema che si è costruito e replicato in entrambi i poli sullo schema della presenza di Berlusconi in politica, quando crolla il pilastro, larchitrave? Vai e ci metti lintonaco? Il dissolvimento aprirà nuovi e molti forni, avrebbe detto Andreotti. Parte dellUnione pensa di intercettare le acque che scendono dallo scioglimento del ghiacciaio... Parecchi si candidano a raccoglierle, Margherita e Ds in primis, sia pure in modi diversi...».
E il secondo motivo?
«La fine dellera berlusconiana è prodotta dal fallimento delle politiche neo-liberiste, che costringe tutti a interrogarsi sulla strategia. Nel campo riformista, finora, si è provato a rispondere secondo modalità organizzativistiche. Cioè lidentità è lunità. La storia dellUlivo è il seguito della Cosa uno e della Cosa due. Invece di dire che tipo di riformisti siano, si definiscono riformisti e amen. Uneclisse della politica basata sullidea che la forza più grande di ogni polo, nel bipolarismo, è una calamita».
A parole Rutelli sogna il partito democratico, DAlema quello riformista. Ma pare che tutto venga messo in subordine a logiche egemoniche...
«Jung dice che il sogno è lanticipazione di una cosa che non sai bene definire, che non sai ancora bene che cosè. Per forza entrambi sono imprecisi; Rutelli, DAlema, Fassino fanno unincursione e la lasciano cadere. La loro identità è più allusiva che detta, mentre sarebbe bene che venisse detta».
Ma secondo lei Rutelli ha in animo maggioranze diverse?
«Io credo che sbagli linterpretazione della società italiana e quindi la risposta. Pensa che la soluzione stia in unalternanza a contenuto centrista».
Quindi non si propone come il federatore del centro?
«Alla federazione centrista non ci credo, se non in termini di schieramento bipolare...».
La nuova situazione non crea nuovi rapporti di forza? E se i Ds passassero a una concorrenza tattica a largo raggio, dalla sinistra al centro?
«Magari ci facessero concorrenza a sinistra... È vita! Sarei felice. La loro condizione invece è di essere contesi tra la pressione di una base di sinistra e una richiesta di poteri costituiti, cui il gruppo dirigente guarda come necessità. Se con lUlivo lopzione riformista poteva diventare impermeabile alle critiche, ora i Ds finalmente devono scegliere dove collocarsi».
Ma non teme Rutelli possa mirare alla sostituzione, dopo le Politiche 2006, di Rifondazione con lUdc di Follini?
«Se avessero una maggioranza autosufficiente per un futuro governo io sarei libero... Però per i Ds sarebbe ben diverso stare in una coalizione riformista, sia pure moderata, o partecipare a un governo neocentrista».
Prc anti-tutti, come nel 98.
«Ma è cambiato il mondo! Cè stato il movimento, la Fiom era contro di noi...
Cambia il mondo, e lei lavora per lunità della sinistra.
«Certo, e i tempi sono maturi».
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