Biagi cinque anni dopo. Napolitano: "Il migliore omaggio è approfondire le sue proposte"

Il presidente della Repubblica: "Il suo barbaro assassinio resta tra i più vili crimini delle Brigate Rosse. Il miglior omaggio alla sua memoria consiste nel più attento e corretto approfondimento del suo contributo di analisi e di proposta"

Biagi cinque anni dopo. Napolitano: "Il migliore omaggio è approfondire le sue proposte"

Roma - "Il miglior omaggio che possa rendersi alla memoria" di Marco Biagi "consiste nel più attento e corretto approfondimento del suo contributo di analisi e di proposta". Lo dice il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del quinto anniversario della morte del giuslavolrista assassinato dalla Br. "Ricordiamo oggi con sentimenti di commossa intensa partecipazione la figura di Marco Biagi - scrive il Capo dello Stato - il cui barbaro assassinio resta tra i più vili crimini delle Brigate Rosse. Fu colpito in lui, come in Ezio Tarantelli e in Massimo D'Antona, persone egualmente miti e indifese - prosegue Napolitano - lo studioso di alto impegno civile e di spirito aperto che, essendosi sempre speso per la causa della valorizzazione e della tutela del lavoro, aveva poi voluto dedicarsi alla ricerca e alla definizione di nuovi approcci ai problemi del mercato del lavoro in un contesto di profonda trasformazione". "Il miglior omaggio che possa rendersi alla sua memoria - conclude Napolitano - consiste nel più attento e corretto approfondimento del suo contributo di analisi e di proposta".

Casini: "Non abbiamo saputo proteggerlo" "È un ricordo doveroso di questa città nei confronti di un uomo che non abbiamo saputo proteggere, che lo Stato non ha saputo proteggere, e che ha dato una grande lezione". Così Pier Ferdinando Casini ha parlato di Marco Biagi a margine della cerimonia del premio a lui intitolato dal quotidiano il Resto del Carlinoa, nel quinto anniversario dell'omicidio del giuslavorista da parte delle Br. "È un debito - ha continuato l'ex presidente della Camera - che abbiamo nei confronti della sua famiglia, in primo luogo verso i suoi figli, e dell'università italiana di cui è stato un protagonista. È stato un riformista - ha detto ancora Casini ricordando l'amico - ha collaborato con il centrosinistra e il centrodestra, credeva alla modernizzazione dell'Italia. Un grande bolognese con cui tutti noi abbiamo un debito di gratitudine. Ed è giusta una iniziativa di questo tipo nel giornale della città che ne è a tutti gli effetti una delle istituzioni più prestigiose".

Maroni: "Contro di lui ancora odio ideologico" Nei confronti di Marco Biagi ci sono ancora polemiche "frutto di odio ideologico". Ne è convinto l'ex ministro del Lavoro Roberto Maroni, di cui il giuslavorista bolognese ucciso dalle Br fu stretto collaboratore. L'ex ministro del Welfare ha detto che "da quando venne ammazzato, da quando si parlò del suo lavoro come di un 'Libro limaccioso' queste polemiche ci sono. Purtroppo - ha aggiunto - sono una ferita che non si riesce a rimarginare. Polemiche che non hanno alcuna ragione di esserci e sono solo il frutto di odio ideologico che io spero prima o poi finisca, perchè non se ne può più".

Fassino: "Seppe indicare riforme difficili" "Marco Biagi ebbe il coraggio di indicare riforme difficili, ma necessarie e ha pagato con la vita la sua fiducia nella ragione, ucciso da uomini accecati dall'odio e dal fanatismo ideologico". Lo sottolinea il segretario dei Ds Piero Fassino.

Sacconi: "Sua legge resta punto di partenza" "La sua legge resta li, inesorabile punto di partenza per ulteriori evoluzioni del mercato del lavoro. Solo avvisi comuni tra le parti sociali potrebbero determinare aggiustamenti largamente accettati.

Anche il prossimo tavolo di concertazione dovrà evitare ogni forma di regresso conservativo e provvedere piuttosto a completare con lo statuto dei lavori, più ampi ammortizzatori sociali e la detassazione dei salari variabili, il percorso avviato da Marco Biagi". È quanto ha affermato il senatore Maurizio Sacconi di Forza Italia.

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