«Vota Antonio! Vota Antonio!». È cominciata come un gioco fra amici (pensando a Totò), poi Antonio (Smiraldi) si è candidato davvero. Il titolare della latteria ClaRin «nella rossa Quezzi» ieri ha tappezzato bar e quartiere di bandiere arancioni, quelle della Lista Biasotti con la quale corre per un posto da consigliere al Municipio III-Bassa Valbisagno. Per sostenerlo è arrivato Sandro Biasotti in persona, che davanti alla latteria ha tenuto unaffollata (e applaudita) «lezione di voto».
Lo avevano avvisato: «Qui passano a stento le macchine e la strada è piena di buche, venga in moto». E Biassoti, alle 10, è arrivato in cima a via Edera su un grosso scooter. «Vota Antonio!» dice sorridendo ancora prima di sfilarsi il casco. Lo aspetta un gruppetto di uomini e signore con cravatte e foulard arancioni, quasi tutti candidati della sua lista. Tre di loro hanno «riunito le forze per farsi conoscere». «Abbiamo fatto fare a Cuneo 600mila bustine di zucchero con il simbolo della lista e il nostro nome da votare - racconta Carlo Bisaccia, imprenditore nel settore del caffè, in corsa per un posto da consigliere in Provincia nei collegi 11 e 25 - Come li abbiamo portati a Genova? Su un camion, cinque bancali di roba che ho messo nel magazzino della mia ditta». Lidea lha avuta insieme a Paolo Lodi, candidato alla Provincia al collegio 23 (Media Val Bisagno) e a Luigi Rosario Bonanno, in corsa per il Comune. Tutti e tre sono imprenditori e ripetono che «è arrivato il momento di cambiare»: «La gente allinizio era un po fredda, adesso si fermano ad ascoltarci, dicono che sono stufi di votare a sinistra - raccontano Lodi e Bonanno-. Vincere in Comune? Non è facile, ma la Lista Biasotti potrebbe fare il botto».
Molti di loro sono alla prima campagna elettorale. Cè chi ha preso le ferie per portare volantini e «presidiare» i mercati («noi ci andiamo in gruppo»), chi lavora di notte per mandare avanti lazienda. «Nessuno mi ha obbligato ad ammazzarmi di lavoro per la politica - racconta Bonanno, che di mestiere ripara macchine da caffè e vive a Quezzi- Si è creato un bellissimo gruppo di amici, la fatica è tanta ma quando ci si diverte si sopporta tutto». Hanno finanziato la campagna di tasca loro: bandiere, sacchi colorati, bustine di zucchero da portare ad amici e associazioni (ai tre costeranno 15mila euro). Avrebbero anche fatto un «gratta e vinci» per beneficenza se i permessi da chiedere non fossero stati troppi.
Una passeggiata di un pezzo grosso della Cdl a Quezzi, raccontano, non è roba da tutti i giorni. «Qualcosa sta cambiando, la gente è stufa» ripetono i sostenitori di Biasotti mentre salgono con lui lungo via Edera. Battono le mani e qualcuno si affaccia dalla terrazze. «Guardi come è ridotta la strada!» dice un signore dopo aver fermato il motorino vicino allex presidente della Regione.
Tocca a Biasotti, una volta rientrati alla latteria, dare la sua lezione di voto. Bacchetta alla mano, mostra le schede per Municipi, Provincia e Comune, ingrandite in un pannello. «Prima fate una x sul nome di Enrico Musso, poi sul nostro simbolo. Anzi, prima segnate il simbolo della Lista Biasotti che non si sa mai... Tanto il voto a Musso va automaticamente» si corregge sorridendo.
La festa prevede anche la visita alla latteria con tanto di foto dietro al bancone con Smiraldi e familiari. «Sono rimasto lunico negozio aperto in questa zona, gli altri hanno chiuso uno dopo laltro - racconta il lattaio-candidato-. La colpa? Un po delle tasse, un po della burocrazia. Per questo ho deciso di candidarmi.
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