Bifrangi schiaccia la crisi con la "pressa"

L'innovazione è l'arma giusta per battere la crisi. Ne sono convinti alla Bifrangi, realtà ai vertici del settore dello stampaggio a caldo dell'acciaio che, lasciatosi alle spalle un 2009 da -50%, ha recuperato entro i primi sei mesi del 2010 tutto il terreno perduto ed è andato ben oltre, chiudendo l'anno con un fatturato consolidato di 140 milioni (Ebitda: 18 milioni) e puntando a un fatturato consolidato 2011 da 170 milioni, pari a +21%, con un Ebitda da 22 milioni.
La capacità innovativa è stata l'elemento determinante per la conquista di nuove importanti commesse all'estero. L'azienda veneta fornirà materiale e macchine per un ammontare complessivo di 20 milioni di euro ai giapponesi dell'NSK, produttori di cuscinetti e mozzi ruota per le migliori case automobilistiche giapponesi, tedesche, francesi e USA, e di componenti per macchine movimento terra (comprese quelle per l'agricoltura, in vertiginosa ascesa) a tutti i principali costruttori internazionali.
Dopo l'installazione, nel 2010, di nuove importanti linee di stampaggio e di lavorazioni meccaniche, a breve nello stabilimento vicentino entreranno in funzione anche due linee di stampaggio orizzontale, dotate di una pressa da 4.000 tonnellate. Uniche al mondo per tecnologia e dimensione, queste due linee sono state interamente ideate e realizzate in Bifrangi su brevetti del presidente Francesco Biasion, e rappresentano il frutto di cinque anni di ricerca e di un investimento di circa 15 milioni di euro.
Spiega il presidente: «La nuova pressa, vero e proprio gioiello della meccatronica, vede ridotti dell'80% i componenti del corpo macchina (con una proporzionale riduzione delle possibilità di rottura), a loro volta sottoposti a uno sforzo inferiore del 50-60%. Ciò garantisce una durata dieci volte superiore, e lavorazioni imbattibili per qualità, precisione, dimensioni, produttività, in assoluta sicurezza per l'operatore. Siamo certi che con questa tecnologia d'avanguardia potremo sviluppare ulteriormente il nostro mercato».
«Nel nostro settore siamo un'azienda da record - dichiara Biasion. - La leadership mondiale nella produzione di mozzi per ruota è nostra. Nostra è l'invenzione del maglio più grande del mondo: un gigante da 55.000 tonnellate del costo di 35 milioni di euro e un investimento complessivo di oltre 100 milioni che avrei voluto impiantare in terra vicentina e che invece, a causa dell'inerzia dell'amministrazione locale, ho dovuto cedere a imprenditori americani. Oggi quel maglio è in funzione a Houston, in Texas, e dà da mangiare a centinaia di famiglie».
Tra le istituzioni del territorio e la Bifrangi esiste una lunga storia di incomprensioni, che sta inducendo Biasion a prendere in seria considerazione le tante proposte di delocalizzazione arrivate dall'estero, e in particolare dalla Gran Bretagna, dove Bifrangi possiede due sedi produttive e nell'ultimo anno ha realizzato un +30%. «La domanda sta crescendo a un ritmo più veloce della mia offerta - denuncia l'imprenditore. - Questo a causa dei mille ostacoli burocratici che le amministrazioni locali mi creano. È naturale che io pensi a un trasferimento».


Questo stato di cose ha portato Biasion a investire in loco nel corso del 2010 non più di 15 milioni rispetto ai 30 inizialmente previsti, dirottando nel contempo ingenti risorse verso i siti produttivi britannici, e ad assumere solo 20 dei 100 dipendenti in più di cui avrebbe avuto bisogno per il polo di Mussolente. L'organico all'estero sale così a 320 unità, mentre quello in Italia non supera quota 380.
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