da Milano
«Esco ulteriormente rafforzato da questo interrogatorio che io stesso avevo chiesto ai magistrati, nella convinzione di aver fatto crescere Confcommercio nel rispetto dei poteri che questa mi ha dato». Lo ha dichiarato Sergio Billè, ex presidente (autosospeso) della Confederazione italiana del Commercio, al termine delle quattro ore di interrogatorio davanti ai pm romani Rodolfo Sabelli e Giuseppe Cascini.
Billè è indagato per appropriazione indebita in relazione alla gestione dei cosiddetti «fondi del presidente», soldi di pertinenza diretta del presidente di Confcommercio, al centro di un intreccio di interessi nel mirino dei giudici di Roma.
Negli episodi dei quali si è discusso durante linterrogatorio cè la vicenda dellimmobile di Via Lima a Roma, di proprietà di Stefano Ricucci, oggetto di una preliminare vendita per cui furono anticipati proprio da Billè 39 milioni di euro. Denaro che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato usato dal raider romano per il suo tentativo di scalata alla Rcs. Nella stessa inchiesta, oltre a Billè e Ricucci, sono indagati anche altri undici funzionari dellAssociazione dei commercianti. «Sono assolutamente confortato - ha detto Billè alluscita di piazzale Clodio - credo di aver chiarito ogni questione fornendo ai magistrati documentazione che non avevano. I 39 milioni versati come anticipo per lacquisto dellimmobile di via Lima? Sono affari di Ricucci cosa ne abbia fatto. Per noi quello era un momento finalizzato allacquisto dellimmobile che poi è stato perfezionato il 19 dicembre».
Difeso dagli avvocati Titta Madia e Livia Lo Turco, Billè ha spiegato nei dettagli il meccanismo e le regole che avrebbero consentito allex presidente di Confcommercio lutilizzo di fondi e lussuosi benefit come opere darte e quadri. Tutto, secondo la difesa dellex presidente, si spiegherebbe con lo status giuridico di Confcommercio, unassociazione di diritto privato, e soprattutto grazie ad una delibera datata 1974 che riformava lo statuto dellassociazione, con cui si stabiliva «piena libertà di azione del presidente del tutto ineccepibile dal punto di vista sostanziale e formale».
Billè avrebbe risposto punto per punto alle contestazioni contenute nellinvito a comparire, in primis al subaffitto dellappartamento di Milano. «Si tratta - hanno riferito gli avvocati - di un contratto che Billè ha ereditato dalla precedente gestione di Confcommercio». Secondo la linea difensiva, la delibera consentiva al presidente anche di decidere gli emolumenti che si potevano assegnare, e anche le consulenze da affidare a varie figure professionali.
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