Massimo M. Veronese
Di sicuro è morto. Sotto le bombe americane, nei cunicoli di Tora Bora, inverno 2001. Sotto le macerie di una caverna del Kashmir distrutta dal terremoto, estate 2005. Anzi no. Gli hanno amputato un braccio ferito, è stata la cancrena a ucciderlo a tradimento. Ma è morto anche in un lettino da campo nel Waziristan per una malattia polmonare aggravata da complicazioni cardiache. È morto armi in pugno, intorno a Khost, dopo un'intensa battaglia contro le forze americane durata 13 ore. Nessuno è più morto di lui. Lo certificò pure Bush subito dopo lattentato alle Torri gemelle: «Osama è un uomo morto». È morto nelle barzellette: si è scontrato con un AutoBush, è scoppiato dalle risate. È morto, ma era un virus informatico, nascosto dietro foto infettate che lo ritraevano, manco a dirlo, morto impiccato. È vivo ma è come se fosse morto: è in mani americane, lo hanno preso nel deserto del Beluchistan e adesso...
Osama Bin Laden, luomo più morto del mondo, è morto di nuovo: a Kandahar, un tempo capitale delle milizie talebane, più o meno intorno a giugno. Già non stava bene. Si sapeva dei suoi gravi problemi renali, della dialisi a cui doveva sottoporsi ogni due giorni. Era nascosto in unabitazione segreta nella regione afghana di Bamiyan, a un certo punto si è sentito male, i suoi avrebbero tentato di trasportarlo a Kandahar per curarlo in un posto sicuro ma sarebbe morto durante il tragitto. Lo hanno sepolto nel cimitero di Al Shahada, che vuol dire, «il martirio», alla periferia della città, niente tradisce la sua ultima dimora. Così dice il giornale pakistano al-Sharq al-Awsat, ma non è ancora detto. Lex leader del Jihad islamico, Kamal Habib giura per esempio che lo sceicco è più vivo che morto, ma che per ragioni di sicurezza preferisce non mostrarsi più. Al Zarqawi dice invece che Osama è più morto che vivo tanto che «il caro sceicco combattente Aymen Al Zawahiri, con l'aiuto di Dio, emetterà un discorso a tutti i musulmani, a tutti gli eredi della spada e ai Mujahiddin in generale». Per dire, stringi stringi, che il capo non cè più.
Da un anno del resto Osama non si fa più vedere in giro; niente più video, niente più audio messaggi, niente di niente. Il sospetto che sia morto adesso è più forte di ogni certezza. Ma ora ne spunta una nuova. Lavvocato egiziano Muntasar al-Zaiyat, filointegralista, «difensore dei fondamentalisti egiziani», si premura di informarci che Bin Laden non compare più in video perché avrebbe cambiato connotati. Non si nasconde più in una grotta, ma dietro unaltra faccia, unaltra identità.
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