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Bisturi e pomodoro: la finta di Rojas

Il portiere cileno simulò un incidente per eliminare il Brasile. Scoperto, venne squalificato a vita

Bisturi e pomodoro: la finta di Rojas
Si chiama Roberto Rojas e nel lontano 1989, con la complicità del massaggiatore della nazionale cilena, decide di sbattere fuori il Brasile da Italia ’90. Il piano è (quasi) perfetto e per Rojas non è una semplice alternativa, è l’unica soluzione. Si gioca al Maracanà di Rio de Janeiro la partita della verità fra Brasile e Cile, una sola si qualifica per il mondiale italiano e a Careca, Aldair, Bebeto e Romario basta un pareggio. Il Cile invece ha un solo risultato utile: la vittoria. Un compito impossibile ma Rojas, portiere dei cileni, ha un asso nella manica, anzi un bisturi nel guanto. Bisogna solo decidere quando entrare in azione.

Dopo il primo tempo le squadre sono ferme sullo 0-0, tutto può ancora succedere, magari anche un miracolo, ma dopo la rete di Careca, la situazione si compromette irrimediabilmente, segnare due reti a quel Brasile è praticamente impossibile e allora Rojas inizia a studiare la situazione. Aveva progettato di tuffarsi ai piedi del primo brasiliano che gli sarebbe capitato in area, e quindi sarebbe entrato in azione il massaggiatore con abbondanti dosi di succo di pomodoro da spiaccicargli sulla faccia e farlo credere più morto che vivo, poi barella, spogliatoi e partita vinta a tavolino.

Il microbisturi serviva comunque a procurarsi una leggera ferita, quel tanto che bastava per convincere l’arbitro a chiamare i soccorsi. Un piano diabolico che non andò in scena solo perché la realtà supera sempre la fantasia e a Rojas venne in soccorso la disperazione: un razzo lanciato dagli spalti.

I tifosi si erano messi a festeggiare il gol di Careca e molti bengala arrivavano vicino alla porta cilena. Furbo come una volpe, Rojas ha finto di andare a recuperare personalemnte un pallone e proprio un bengala gli è scoppiato a circa un metro.

Subito Rojas si è gettato per terra, ha estratto il bisturi dai guanti e si è inciso un sopracciglio, quando il massaggiatore è arrivato gli ha versato addosso tanto di quella passata di pomodoro che sembrava uscito da un tritacarne.

Disperazione sui volti di tutti, sdegno, Rojas in barella tratteneva il fiato e si gustava già il mondiale. Tutto il Cile scese nello spogliatoio con lui. Trasportato d’urgenza a Santiago, Rojas venne accolto come un martire. Ma poi la Fifa attraverso filmati e foto scoprì l’inganno, il Cile venne sospeso anche per le qualificazioni di Usa ’94, e lui, che aveva già in tasca un lauto contratto con un grande club europeo, venne squalificato a vita.
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