Raid vandalico a sfondo razziale laltra notte allistituto arabo Nagib Mahfuz di via Ventura 4 al quartiere Lambrate. I teppisti sono entrati nelledificio di tre piani che ospita le scuole elementari e medie, strappando i fili di alcuni apparecchi elettrici e imbrattando quattro aule con scritte ingiuriose «firmate» con svastiche. La scoperta ieri allapertura dellistituto con conseguente intervento della Digos e immediata cancellazione degli insulti.
Nagib Mahfuz è un famoso, e longevo, filosofo e scrittore egiziano, morto nel 2006 alla veneranda età di 95 anni. Editorialista del più diffuso quotidiano egiziano al-Ahram, autore di una cinquantina di romanzi e racconti, nel 1988 fu insignito del premio Nobel per la letteratura. Ovviamente quando si trattò di intitolare una scuola araba, la scelta non poteva che cadere su questo insigne intellettuale. La scuola di via Ventura infatti fu aperta il 9 ottobre del 2006 dopo la chiusura, per motivi igienico e sanitari, delle aule ricavate presso listituto islamico di via Quaranta, sede anche di una moschea. E fu subito polemica, con manifestazioni di protesta in quanto la scuola avrebbe istigato allodio contro il mondo occidentale. Intervenne anche il prefetto, mettendo i sigilli allistituto perché privo della autorizzazione dellUfficio Scolastico della Lombardia e del nulla osta del Comune per la sicurezza. I suoi fondatori si difesero dalle accuse, spiegando come la loro non fosse una scuola coranica, ma semplicemente araba, come tante altre scuole straniere, inglesi, francesi o tedesche, in città. Anzi, per la precisione, una scuola egiziana, in quanto lordinamento di questo Paese è lunico riconosciuto nellintero mondo arabo. E il 6 novembre, superati gli ostacoli burocratici, la scuola potè riaprire tranquillamente, finendo per sparire lentamente dalla memoria dellopinione pubblica milanese.
Fino a laltra notte quando ignoti teppisti lhanno visita lasciando scritte ingiuriose tipo «arabi di m....via dallItalia» e svastiche in tre aule del piano rialzato e in una del piano interrato. Abbandonandosi anche ad atti di vandalismo, danneggiando fotocopiatrice e altri apparecchi elettrici. Dopo lintervento della polizia, tutto è stato sistemato per evitare traumi ai circa 130 ragazzi che frequentano la scuola.
La Digos sta ora cercando di verificare se i vandali abbiano lasciato qualche traccia. Allingresso della grande palazzina rossa cè infatti una telecamere, nella speranza sia collegata a un impianto di registrazione. I teppisti potrebbero comunque essere entrati anche dal retro. La scuola si apre infatti su un cortile interno, protetto da un muro alto non più di due metri e mezzo. Oltre, un cantiere che gira tuttattorno, che potrebbe essere stato usato dai vandali per entrare senza essere visti.
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