Se fosse riuscito, sarebbe stato il colpo del secolo: sequestrare una persona e ricavare un riscatto faraonico, una cifra da manovra finanziaria, quasi 27 miliardi di euro. Questo il valore dei titoli vantati dallostaggio - Adnan Sakli, finanziere turco di 56 anni - che i sequestratori, entrati in azione a Rimini il 14 maggio scorso, stavano per ottenere estorcendogli una procura. Bastava una sua firma ma un intoppo (il notaio di Roma voleva avere gli atti in italiano, e non in inglese) ha fatto sfumare il sogno della banda, interrotto il 18 maggio dal blitz della squadra mobile di Rimini che ha liberato luomo in una zona centrale della Capitale.
Un sogno, o forse solo quello che il protagonista aveva fatto credere ai nove malviventi (otto italiani e un etiope), ora arrestati per sequestro di persona a scopo estorsivo e detenzione di armi. Sakli, che ha anche un passaporto americano e negli Usa è sotto osservazione per operazioni finanziarie sospette, agli inquirenti ha detto di essere proprietario di una banca, di avere rapporti con la Federal reserve, di detenere titoli per centinaia di miliardi.
Per quei fantomatici 27 miliardi, ci sono titoli depositati in varie banche europee (nessuna italiana) elencati in un documento che è stato trovato in possesso di uno dei rapitori fermato a Roma (Gaetano Scafa, 59, di Torre Annunziata).
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