nostro inviato allAquila
«Extra ecclesiam, nulla salus». Nessuna salvezza per chi sta fuori dalla Chiesa. Silvio Berlusconi chiude la partita. E soffoca nella culla, in latino e senza tanti giri di parole, la questione Partito del Sud. Insieme agli appetiti di chi vorrebbe magari creare una corrente interna al Popolo della Libertà, unico soggetto titolato a catalizzare forze che hanno mollato, tra le lacrime, i propri simboli. Per buona pace quindi di chi, in Trinacria, continua con toni più o meno minacciosi a profilare scissioni, divisioni, distinguo.
Il Cavaliere dice no, senza se e senza ma, alle spinte secessioniste degli amici siciliani, che non hanno nulla, ma proprio nulla - secondo il suo ragionamento - di cui lamentarsi. Sceso in sala stampa per annunciare, a Coppito, il censimento degli aquilani per la futura assegnazione delle case, su cui pone a Bazzano le prime due bandierine, il premier ne approfitta per rivendicare lazione del governo nei confronti del Mezzogiorno. «Non cè stata alcuna carenza di risposte, figuriamoci», ricorda, elencando le misure predisposte per risolvere lemergenza rifiuti in Campania, o per ripianare il buco di bilancio a Catania e a Roma. «Insomma - rimarca - rigettiamo ogni tipo di accusa su eventuali disattenzioni verso il Sud». E a proposito di Sud, linquilino di palazzo Chigi anticipa alcuni punti chiave che verranno inseriti nel piano di rilancio: «Risorse, infrastrutture, sistema di facilitazioni fiscali, Banca del Sud e un ente nazionale per le questioni meridionali». Un ente che dovrebbe coincidere con una sorta di nuova Cassa del Mezzogiorno. Se ne saprà di più oggi, nellincontro con la stampa programmato a palazzo Chigi, in cui il Cavaliere fornirà ulteriori dettagli. Al termine del Consiglio dei ministri in cui verrà approvato il decreto per correggere alcune norme inserite nel provvedimento anti-crisi, ma soprattutto dopo il Cipe che sbloccherà 4 miliardi per la Sicilia (27 miliardi è il budget complessivo), che otterrà non perché regione privilegiata: «Li avrà perché lunica ad aver presentato un piano di impegno per i fondi. Successivamente, discuteremo della Puglia e delle altre regioni» che certificheranno lutilizzo dei soldi per le infrastrutture.
Impegno per il Sud, dunque, nel giorno in cui il premier torna allAquila per tracciare il nuovo bilancio della fase di accoglienza e ricostruzione: «Un fatto straordinario, mai successo al mondo, visto che entro il 30 novembre, e se ci sarà ritardo, speriamo di no, entro il 30 dicembre, 30mila persone colpite dal terremoto avranno un tetto». Di più: rispetto alla «tabella di marcia» dei lavori «siamo in anticipo di tre giorni». Sul fronte prettamente politico, la costituzione di un nuovo partito, avverte, «andrebbe in una direzione contraria a quello che ho sognato e realizzato in questi anni, facendo confluire sette sigle politiche nel Pdl». E presenta in questo modo la cena di ieri sera con Gianfranco Micciché e i deputati a lui vicini: «Hanno ventilato lipotesi di dar vita a una corrente nel Pdl o addirittura a una nuova formazione politica. Non credo in ogni caso che si tratti di unidea che possa avere successo». E poi, se bisogna dirla tutta, non si capisce perché qualcuno debba avere un trattamento diverso da chi, aderendo al progetto unitario, ha accettato «dolorosamente» di rinunciare al proprio simbolo. «Noi - continua - con il Pdl puntiamo ad aggregare il 50% degli italiani e per questo non potremmo guardare con simpatia, e nemmeno accettare, qualcuno che anziché dentro porta fuori gente dal partito». Ad ogni modo, «spero che la decisione di sbloccare i fondi Fas per la Sicilia faccia cadere ogni ragione» per arrivare a uno strappo. Anche perché, «abbiamo già fatto tantissimo per il Mezzogiorno, tanto che le opere in cantiere sono per il 70% nel Sud».
Così, dopo una breve guerra personale con un insetto («ho una mosca che mi ha preso per Obama»), il Cavaliere smentisce fibrillazioni con la Lega («non ho mai avuto il piacere di guidare una maggioranza così coesa, con una saldezza assoluta su Afghanistan, scuola, sicurezza e tutto il resto»), derubrica a «surriscaldamento di poco conto» le discussioni tra gli alleati. E a chi gli chiede il motivo del forfait di Umberto Bossi in Abruzzo, la cui presenza era stata annunciata, risponde: «Abbiamo deciso di rimandare la sua visita, era stanco e qui cera troppo caldo».
Fiero, poi, nonostante le bizze del montacarichi, di aver posto le prime due bandiere sui tetti delle abitazioni quasi pronte («chi avrà la fortuna di entrarvi troverà nel frigo anche una torta gelato e una bottiglia di spumante»), Berlusconi annuncia il censimento tra gli abitanti.
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