Forte dei Marmi - Andrea Bocelli sarà pure un mito. Ma da pragmatico toscano scherza sulle glorie e chiama la villa di Forte dei Marmi «il mio mausoleo». Ironia a parte, ci vogliono un bel po’ di metri quadrati per raccogliere la montagna di trofei, statuette, medaglie, sculture e foto mozzafiato che ricordano una carriera fatta di sedici anni di ribalta, una media di 20mila persone a concerto e sessanta milioni di cd venduti. La casa di Forte dei Marmi trabocca di ricordi, ma è pure un attivo grembo sonoro dove puoi inciampare in chitarre, pianoforti, musica incisa e dal vivo: come una Sonata di Mozart che il figlio Amos ripassa per la lezione. E alla quale Bocelli senior presta un orecchio di riguardo perché, ci spiega, non vede l’ora che i suoi figlioli possano far duo con lui. Ed è qui, a un soffio dal mare, che il cantante (organizzata per il 18 luglio la quarta edizione del suo «Teatro del silenzio», l’evento con il quale convoca le star della musica fra le colline pisane) s’è preparato per il Faust, l’opera di Charles Gounod attesa il 20 e 22 marzo al Massimo di Palermo (dirige Michel Plasson). Sul Bocelli pop non vi sono dubbi. Quello operistico, invece, non è stato del tutto sdoganato: piace al pubblico, ma finisce spesso per turbare il sonno dei critici che al tenore – reo di abitare indifferentemente le sacre terre della lirica e quelle profane del pop – non risparmiano staffilate. Ma lui sta sereno. Dicendo la sua sul caso Giovanni Allevi, ci spiega indirettamente come vive le polemiche. «Allevi ha avuto successo ed è un dato di fatto. Se facessi il critico non starei a disquisire su ciò che non approvo, ma spenderei il tempo per spiegare al pubblico cosa apprezzo così da stimolarlo. La polemica per la polemica mi ha sempre disturbato perché vi intravedo invidia».
Faust cede alle tentazioni del diavolo. Lei a quali lusinghe non sa opporre resistenza?
«Sono un uomo passionale. Confesso che non mi riesce proprio difficile cantare l’aria “A moi les plaisirs, les jeunes maîtresses, à moi leurs caresses, à moi leurs désirs” (Per me i piaceri, le giovani amanti, le loro carezze e desideri). Capisco bene di cosa parla Faust».
Mina ha ceduto alla tentazione di rileggere Puccini a modo suo. Cosa pensa dell’operazione?
«Quando studio un’opera ascolto poco o niente. Non conosco ancora il cd di Mina, quindi non ho opinioni. Poi non spetta a me dare giudizi».
Ospite del Festival di Abu Dhabi, il 27 vola nell’Arabia dei petrodollari (dove si spende 400 euro per un biglietto). Che percezione ha del mondo arabo?
«I problemi dell’umanità sono il frutto di incomprensioni ed egoismi che si sviluppano nel cuore delle persone malvagie. Tendiamo ad attribuire semplicisticamente le tensioni con il mondo arabo al mondo arabo che certo ha le sue responsabilità. Però è innegabile un nostro atteggiamento di diffidenza e chiusura».
Lì canterà anche pagine tratte dall’ultimo cd, «Incanto», dove viene dipinta un’Italia che non c’è più. Cosa rimpiange di questo nostro passato?
«Nell’Italia di fine Ottocento e inizi Novecento fiorirono cose meravigliose. Tuttavia non sono un nostalgico. Credo che il mondo tenda a migliorare. Capita spesso che la gente rimpianga il passato, poi se ne va la luce per dieci minuti e cambia subito idea. Pensiamo ai prodigi di internet, al fatto che da 60 anni non abbiamo guerre. Voi giornalisti riempite le case di brutte notizie: che colpiscono e vendono. È giusto che la gente sappia, però perché fanno notizia cinque pedofili travestiti da preti e non si parla delle migliaia di persone che sacrificano la vita per la gente che muore di fame?».
In «Incanto», lei dà voce all’amore. Come ama il Bocelli cinquantenne?
«Deve chiedere alla mia compagna Veronica (ndr, lei ci parla d’un uomo passionale, pieno di energie, e poiché “l’occasione fa l’uomo ladro, lo seguo ovunque”). Io amo con molta spontaneità. Non indosso maschere pirandelliane».
Dopo l’esordio in «Un amore così grande», la vedremo ancora, in futuro, duettare con la sua compagna?
«Lei ha una grande passione per la musica, ha studiato violino e pianoforte. Mi ha affiancato nel lavoro registico di Werther, Bohème, Tosca e Butterfly. È sempre stata presente ma preferisce stare dietro le quinte (Veronica annuisce, ndr)».
Lo speciale di dicembre a «Che tempo che fa», con Fabio Fazio, ha avuto ascolti da record.
«Alla fine della trasmissione Fabio era molto preoccupato. Mi disse, “Sappi che se vi sono problemi di audience, io ce l’ho messa tutta”. L’audience farà anche piacere, ma è una mania ormai, confesso che la cosa proprio non mi preoccupava».
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