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Intercettazioni, è scontro sui numeri del ministero

Carbone (Csm) e Maruotti (Anm) li contestano. Costa (Fi): "A che serve un Gip appiattito sui pm?"

Intercettazioni, è scontro sui numeri del ministero
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Come arrampicarsi sugli specchi, potrebbe essere il titolo. Invece, quello di Repubblica.it è: "Da Nordio (foto) dati falsi sulle intercettazioni". Il Guardasigilli, per sostenere l'importanza della separazione delle carriere inquirente e giudicante, ha spiegato alla Camera che le richieste dei pm sul controllo dei cellulari vengono accolte dai gip con una forbice che va dall'84 al 100% dei casi. Ernesto Carbone, consigliere laico del Csm in quota Italia Viva, sostiene che i numeri forniti dal ministro della Giustizia "non stanno né in cielo né in terra", avventurandosi in una distinzione tecnica tra numeri di telefono e indagati. Quanto a Rocco Maruotti, segretario dell'Anm, più che smentire i dati spiega che il gip ha in mano solo la tesi dell'accusa e, senza prendere in considerazione quella della difesa, di fatto autorizza e poi si vedrà.

Un po' poco per dire che il ministro della Giustizia ha mentito e per sostenere che "i due giuristi smontano le cifre di via Arenula". La replica viene da Enrico Costa, di Forza Italia, alla cui interrogazione rispondeva in parlamento il ministro: "Anche - dice al Giornale - a voler condividere la distinzione di Carbone tra dispositivi, il numero dei telefoni e persone intercettate, questa non cambia l'esito perché la percentuale fornita da Nordio è riferita alla tasso di accoglimento del gip rispetto alle richieste del pm ed è schiacciante, comunque la si guardi". Per il deputato azzurro qualunque penalista potrebbe confermare la coerenza di questi tassi, con la sua esperienza quotidiana: "Il gip - dice Costa - ha un appiattimento totale sulle richieste delle procure. Maruotti, poi, lungi dallo smentire le percentuali bulgare di accoglimento di richieste di intercettazioni, cerca di spiegare le ragioni di tassi così alti, sostenendo che è inevitabile che il gip accolga le richieste della procura, visto che gli unici elementi gli sono forniti dai pm. Invece di contestare dati conclamati si domandassero a cosa serve un gip appiattito sull'accusa". Giorni fa anche il vicepresidente dell' Anm De Chiara ha ripetuto la tesi di Maruotti, parlando di "una logica conseguenza di vicende procedimentali del tutto fisiologiche".

Tanta polemica si spiega certo con l'avvicinarsi del referendum di primavera sulla riforma costituzionale che introduce la separazione delle carriere. È quello che dice al Giornale Isabella Bartolini, membro laico del Csm in quota Fi: "Quest'accusa al ministro è strumentale, si tratta di dati ufficiali del ministero che non possono essere contestati.

Che oggi il gip non sia un soggetto equidistante tra le parti è palese. Ma in campagna referendaria sulla separazione delle carriere, per i magistrati e l'opposizione ogni occasione è buona per costruire, come in questo caso, una inutile e pretestuosa polemica".

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