Tornano a farsi sentire gli antagonisti: un gruppo di quattro anarchici ha infatti lanciato petardi e fumogeni oltre la cinta di San Vittore. Ma una pattuglia della polizia penitenziaria, dopo un breve inseguimento e una colluttazione, è riuscita a bloccare Enrico Palmieri, 22 anni mentre i suoi tre compari, che inizialmente erano riusciti a fuggire, sono stati identificati e denunciati. Qualche ora dopo, il giudice ha convalidato larresto, rilasciato il giovane e fissato il processo per il primo di luglio.
Lattacco nella notte tra sabato e domenica. Tredici minuti prima dell1, un residente di viale Papiniano sente i botti, si affaccia dalla finestra, nota i quattro e chiama il 113. La centrale operativa manda una volante e «Alfa 25», la pattuglia delle Digos con un equipaggio che si ruota nelle 24 ore. Ma quando arrivano è già tutto finito. Palmieri infatti è già in mano alla polizia penitenziaria che, di giorno e di notte, fa girare una macchina al perimetro del carcere. Poco distante invece due ragazzi M. L., 25 anni, e F. B., un anno più grande, e una ragazza, I. S., anche lei ventiseienne.
Un breve accertamento consentiva alle forze dellordine di ricostruire quanto appena successo. Pochi minuti i quattro, con il volto coperto da sciarpe e passamontagna, si erano avvicinati al muro di cinta di San Vittore, avevano lanciato un paio di ordigni oltre le mura e poi erano scappati verso Parco Solari. Mentre tre riuscivano a dileguarsi, il più lento veniva bloccato. Accortisi che lamico non li aveva seguiti, i tre erano poi tornati, seguendo da distante larresto. Venendo così individuati e denunciati a piede libero. Palmieri invece veniva arrestato per resistenza, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e lesioni, i 4 giorni di prognosi per la lussazione alla spalla riportata da un agente nella colluttazione. Ma in mattinata era già di nuovo libero anche se il primo luglio subirà il processo. Più tardi i resti degli ordigni lanciati oltre la cinta del carcere sono stati esaminati dagli artificieri della polizia che hanno sentenziato come si trattasse in realtà di pertardi il libera vendita.
I quattro, noti anarchici milanesi, hanno tutti precedenti, condanne già passate in giudicato, o pregiudizi di polizia, denunce per reati da ordine pubblico. Lassalto dovrebbe rientrare nella campagna contro le carceri e i Centri di identificazione ed espulsione in cui sono rinchiusi i clandestini. Fanno infatti parte del collettivo autonomo «Ringhiera» ai Navigli cioé il gruppo di Valerio Ferrandi, il figlio di Mario, ex terrorista di Prima Linea, condannato per la morte di un poliziotto nel corso di una manifestazione.
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