«Vorrei che Veltroni il mio sindaco, il sindaco della mia città venisse almeno una volta a vedere un mio spettacolo visto che da quattro anni lo invito e per un motivo o laltro non si è mai visto. Tanto più che si tratta di un musical su Roma, che porterà in tournée mondiale la canzone romanesca da Instabul fino a New York». Termina così, con questappello dallaccento polemico la presentazione che Elena Bonelli ha tenuto al Centro Sportivo Flamina per presentare il suo nuovo spettacolo musicale dal titolo «Roma». Spettacolo che debutterà in prima mondiale lunedì prossimo al teatro Sistina. Con la cantante e attrice che si definisce «romana doc di viale Angelico», erano presenti Carlo Lizzani che firma lallestimento del musical, il giornalista Cesare Lanza, coautore dello spettacolo insieme con Enrico Vanzina, Fausto Brizzi e la stessa Bonelli, e il maestro Stelvio Cipriani chiamato a dirigere i sessanta elementi della Nova Amadeus Symphony Orchestra.
Uno spettacolo musicale che parla e trasuda una romanità popolare, verace, sanguigna, orgogliosamente viva anche e soprattutto nella musica «che - secondo la stessa Bonelli - non ha nulla da invidiare a quella napoletana». «La canzone romanesca è meno famosa nel mondo, perché i napoletani emigravano, i romani invece - rivendica orgogliosa la cantante - né prima né oggi sono mai voluti andare via da Roma».
Arrangiamenti firmati da Pippo Caruso e Renato Serio, canzoni inedite firmate da Mariella Nava e Maurizio Fabrizio, per una scaletta che prevede un cocktail dove la recitazione e il cabaret comico si fondono con la canzone popolare e con classici - riadattati in inglese, francese, spagnolo e portoghese - come «Roma nun fa la stupida stasera» nella versione arrangiata da Garinei e Giovannini, «Chitarra romana» , «Sinnò me moro» e brani nuovi come «Lamore mio» scritto dallo stesso Lanza.
Dal Sistina ai teatri nazionali di Asuncion (Paraguay) e Instanbul (Turchia), dal teatro dellOpera di Varsavia alla storica Carnegie Hall di New York, lo spettacolo «Roma» si propone il compito di proseguire il successo registrato dal «Gran galà della canzone romana», portando la canzone e la cultura romanesca alla ribalta internazionale.
«Il mio intento - spiega la Bonelli - è quello di dimostrare che la canzone romana non è solo vendemmie e trattorie, ma può avere un posto di tutto rispetto nella cultura del nostro Paese. Per far questo ha lavorato con me un cast davvero eccezionale.
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