Bonito Oliva: contro i falsi nell'arte puntiamo sulla tecnologia

«Non basta l'occhio veloce o la cultura per capire se un quadro è di Pollock o di Fontana. È importante affidarsi con molta umiltà alle tecnologie, anche se si è grandi critici. Ci sono alcuni che fanno expertise molto facilmente e molto allegramente. Io mi sono sempre rifiutato»

«Non basta l'occhio veloce o la cultura per capire se un quadro è di Pollock o di Fontana. È importante affidarsi con molta umiltà alle tecnologie, anche se si è grandi critici. Ci sono alcuni che fanno expertise molto facilmente e molto allegramente. Io mi sono sempre rifiutato». È il commento del critico d'arte Achille Bonito Oliva sulla scoperta, nei giorni scorsi, di un quadro di Pollock falso venduto da una nota casa d'arte di New York a 17 milioni di dollari. Vendita che è costata la chiusura, dopo 165 anni di attività, alla galleria che ora è sotto indagine. «Io non ho mai voluto fare mai un'expertise, di nessun pittore, nemmeno di quelli che seguo. Dico sempre - ribadisce a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos - che bisogna farsi assistere dalla scienza per l'analisi dei colori e della tela». E racconta: «Ricordo il ritrovamento delle Teste di Modigliani a Livorno: molti si affrettarono a dire che erano dell'artista.

Quando venni chiamato, dissi che potevo affermare di tutto ma che, vivendo in un'epoca che ha l'ausilio della tecnologia, era da fare un'autentica a partire dall'analisi del materiale» E sul fatto che una casa con oltre 150 anni di esperienza acquisti e rivenda un quadro falso, Bonito Oliva non ha dubbi: «Si è trattato di un atto di fiducia data l'anzianità. Verso una casa d'arte che lavora da 150 anni c'è un affidamento, è un luogo di accoglienza e di proposta che fa da garante». E conclude: «Il fatto che abbia chiuso? È giusto così».

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