Chiude con successo il Salone del Mobile che fa segnare un aumento delle presenze rispetto all'edizione 2014. Sono state conteggiate in 310.840 le visite, con un 69 per cento di visitatori stranieri. Roberto Snaidero, presidente del Salone del Mobile, mostra l'entusiasmo di un risultato che ogni anno assume proporzioni sempre maggiori.
Oltre al Salone, a quale ordine di grandezza ci si può riferire considerando l'indotto creato dal Fuorisalone per «fotografare» il bacino di utenza di questo evento.
«Davvero complicato rispondere. Le presenze del Salone sono misurabili con gli ingressi, al Fuorisalone possono entrare tutti. E tutti entrano. Fortunatamente. In questi giorni a Milano ho visto un mare di gente riversarsi nei padiglioni. Curiosare. Cercare spunti, idee. Divertirsi anche. Tuttavia resta difficoltoso dare una stima numerica di questa fiumana ininterrotta per tutti i giorni della manifestazione. In Fiera quasi 31mila persone sono entrate nei due giorni di apertura al pubblico. E questo è un dato importante».
In tema di presenze resta una prevalenza straniera.
«Il nostro compito per i prossimi anni sarà quello di potenziare la clientela interna. Quest'anno abbiamo avuto il 69 per cento di presenze estere. In sostanza sette operatori su dieci non erano italiani».
Un appeal considerevole che non va trascurato.
«Certo che no, ma il margine di miglioramento è proprio quello di coinvolgere maggiormente i nostri connazionali. Un'iniziativa che si sposa con il tentativo di ridare fiato ai consumi interni».
E quindi alle strategie future che consentano di migliorare le prestazioni del Salone.
«Esatto. La visita di Renzi nei giorni scorsi è stata una dimostrazione di interesse e attenzione che ci conforta nello sforzo di riportare gli italiani al Salone».
Ma nella pratica come si può realizzare questo scopo.
«Punteremo maggiormente sul Bonus mobili che scade quest'anno, ma sono certo che il governo ci darà una proroga. È un grande aiuto perché è rivolto alle famiglie, a chi acquista una casa e la ristruttura. In caso di lavori all'alloggio che arrivino almeno a 106mila euro, in presenza di diecimila euro spesi per l'acquisto di mobili, il cliente potrà avere un rimborso di 500 euro all'anno per dieci anni scalati dalle imposte».
Un aiuto considerevole anche se diluito. Basta questo?
«Ho un'altra idea. Quella di studiare un bonus per le giovani coppie».
I giovani hanno già la riduzione dell'Iva sull'acquisto degli immobili.
«E io sogno di poter studiare uno sconto anche sull'acquisto dei mobili proprio come l'altro bonus. In questo caso però il rimborso prevederebbe un tetto minimo di spesa, ma sarebbe svincolato dalla ristrutturazione. In sostanza, la nuova coppia potrebbe acquistare casa e non doverla ristrutturare ma, in caso comprasse i mobili al salone, potrebbe comunque godere di uno sconto, rimborsabile attraverso la stessa dinamica dell'altro».
Il vantaggio sarebbe di usufruirne solo per l'acquisto di arredamento.
«E ne trarrebbero beneficio sia gli acquirenti sia i produttori, che vedrebbero un incremento della propria clientela italiana. Non è poco».
Ritiene che ci sia altro che si possa fare.
«Sarei già felice di poter centrare questi due obiettivi. Sono convinto che questi due punti ci aiuterebbero a rilanciare il Salone a livello nazionale».
L'edizione 2016 rischia di pagare pegno visto che non ci sarà Expo...
«I nostri visitatori sono operatori commerciali. Buyers e architetti. Expo avrà visibilità di altro tipo. Ecco perché non pagheremo come presenze».
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