In Borsa scoppia la guerra del mattone

Operazione da 782 milioni, di cui 214 del costruttore romano, che ora punta all’esordio nel comparto

In Borsa scoppia la guerra del mattone

da Milano

Una contro-Opa su un fondo immobiliare, in Italia, non si era mai vista. Ieri è arrivata: Goldman Sachs e il gruppo Caltagirone offrono il 10 e il 20% in più di Pirelli Re e Morgan Stanley per conquistare i fondi Berenice e Tecla. E se si considera che già quella della Pirelli, lanciata l’8 giugno, rappresentava la «prima volta» di un’offerta pubblica su fondi, la contromossa di ieri è ancora più clamorosa. Anche perché i due fondi sono assai ricchi di immobili Telecom (e Pirelli), sparsi in tutta Italia.
L’operazione è orchestrata da Zwinger Opco, società dei fondi Whitehall, promossi e gestiti da Goldman Sachs, con la partecipazione di Unione Generale Immobiliare, società che fa capo al gruppo privato Caltagirone (cioè alla holding che controlla anche la Caltagirone Spa, ma i cui asset immobiliari non sono quotati. Per il costruttore romano è l’esordio nel settore dei fondi. La contro-Opa riconosce per Berenice 650 euro per quota, con un premio del 20,4% rispetto all’offerta lanciata da Gamma Re (joint venture tra Pirelli Re, 49% e Morgan, 51%) a 540 euro, e uno sconto del 5,1% rispetto al net asset value al 31 dicembre scorso. Per il Fondo Tecla saranno riconosciuti 650 euro per quota (contro 590), con un premio del 10,2% e uno sconto del 4,1 sul nav.
Il controvalore massimo complessivo delle offerte è di 370 milioni per Berenice e 412 per Tecla, che in totale fa 782 milioni. Caltagirone,entrerà in gioco solo a offerta conclusa e, avrà opzioni per acquistare il 30% delle quote Berenice e tra i 5 e il 25% di Tecla, per un esborso massimo di 214 milioni. Se le conto-offerte saranno ammesse, chi avesse a già aderito alla prima Opa potrà revocare l’adesione e conferire le quote alle offerte Whitehall.
Pirelli Re e Morgan Stanley non hanno commentato la mossa di Goldman Sachs-Caltagirone. Ma secondo fondi finanziarie la società immobiliare della Bicocca «non starà necessariamente a guardare». Il punto è che la contro-offerta rende molto oneroso un eventuale rilancio che, a questo punto, si deve immaginare non lontano dal 25-30% rispetto alle cifre originali, con uno sconto sul nav che tende a zero. Per gli azionisti di minoranza una festa, ma per i compratori un salasso.
Molto probabilmente la mossa di Goldman serve a far emergere il valore intrinseco degli immobili dei due fondi, riaprendo tra l’altro dibattiti e polemiche sull’aspetto più delicato di questo settore, e cioè la valutazione degli immobili, effettuata anche attraverso consulenti con il requisito dell’«indipendenza». Sta di fatto che la contro-Opa di ieri fa saltare gli schemi tradizionali per l’intero settore dei fondi.

«A meno che - dice l’avvocato di uno studio milanese, esperto di mattoni - l’operazione non abbia alle spalle un preciso business plan da parte di Goldman Sachs». A fronte del quale la banca Usa, e Caltagirone, abbiano già fatto per bene i loro conti futuri.

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