Borse di studio negate solo per cavilli burocratici

La battaglia sul divieto di ipotecare anche la prima casa per bollette e multe inferiori a 8mila euro l'ha vinta già. Gli Ermellini hanno dato ragione al difensore civico provinciale Pietro Gambolato che aveva sollevato la questione anni fa. Adesso l'ex assessore di Tursi e onorevole «leone rosso» si scaglia contro la burocrazia e i tecnocrati dell'amministrazione pubblica.
«La rigida applicazione delle norme - spiega Gambolato - quasi determina un danno per il cittadino».
Nella presentazione della sintesi della relazione dell'attività 2009 ieri il difensore civico provinciale ha denunciato come decine di borse di studio per meritevioli studenti genovesi siano state negate dai burocrati provinciali soltanto per «vizi puramente formali». Non è tutto. Gambolato ha inoltre denunciato come anche le sue richieste di intervento e di aiuto nei confronti dei giovani studenti modello siano state respinte al mittente addirittura con la frase «noi applichiamo soltanto la normativa e non possiamo farci niente». Il caso riguarda 119 delle 885 borse di studio richieste in Provincia. Addirittura 64 e cioè oltre la metà sono state bocciate per «documentazione incompleta». Ragazzi di 15, 16 e 17 anni si sono visti sbattere in faccia la porta da zelantissimi dirigenti dell'assessorato provinciale pare poco preoccupati di aiutare dei giovani meritevoli e le loro famiglie. Tutto, ovviamente, mantenendosi la poltrona assicurata. Ci mancherebbe.
«Così i nostri più bravi e indigenti ragazzi - commenta sarcastico il Leone rosso - già da quell'età si sentono beffati e abbandonati e però capiscono perfettamente con chi avranno a che fare in futuro e come funziona la pubblica amministrazione».
«Non vi è dubbio - continua Gambolato - che, invece, a una scelta di sostegno ai giovani studenti e alle loro famiglie debba corrispondere una particolare attenzione soprattutto da parte degli uffici pubblici e in particolare degli uffici provinciali affinché i diritti che sorgono siano soddisfatti. Nei numerosi casi descritti in relazione sarebbe bastato che le famiglie dei giovani studenti esclusi per la documentazione non precisa e basta, fosse stata richiesta quella che si riteneva necessaria per risolvere i problemi meramente buocratici all'origine».
«Non tutto è perduto - spiega Gambolato - si potrà finalmente dare il diritto alla borsa di studio a quegli studenti meritevoli genovesi se la Regione accoglierà le nostre istanze, come ha fatto in passato con grande sensibilità contrariamente da quanto espresso da dirigenti e burocrati provinciali».


Ieri mattina Gambolato ha inoltre spiegato che a Genova si potrebbe istituire una «casa del difensore civico» con i tre soggetti istituzionali indipendenti e autonomi, ma che lavorano a contatto per evitare sprechi e si è scagliato contro la proposta di togliere ai Comuni la facoltà di avere un difensore civico come qualcuno aveva proposto nelle scorse settimane.
«La tragedia della famiglia di Busalla - ha concluso il Leone rosso - è ripetibile. Casi limite ce ne sono tanti. Occorre un fondo speciale di sostegno per le emergenze più gravi».

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