Bossi: "Paese stanco di illegalità, guai a chi tocca i sindaci padani"

Manifestazione della lega a Milano, il leader della Lega avverte Prodi: ""se viene il momento della lotta di liberazione sarebbero milioni in piazza, io lo so, sono gli altri che non lo sanno... E' meglio dare un po' di libertà e di federalismo che affrontare le tensioni". Due cortei, decine di migliaia in piazza contro il governo e i prefetti

Bossi: "Paese stanco di illegalità, guai a chi tocca i sindaci padani"

Milano - Tuona, dal palco, contro Roma e contro il governo Prodi ("il paese è stufo di illegalità") e avverte "non toccate in sindaci padani sennò mi muovo io". Ma nel contempo invita alla riflessione: "se viene il momento della lotta di liberazione sarebbero milioni in piazza, io lo so, sono gli altri che non lo sanno... E' meglio dare un po' di libertà e di federalismo che affrontare le tensioni". Insomma é ancora una volta il Bossi mediatore, ruolo che ha spesso interpretato, quello che oggi a Milano ha messo in prima linea i sindaci nel cammino verso l'obiettivo del "federalismo e della libertà". Ricordando che per "ottenere la libertà servono pazienza e determinazione. E anche la forza, che noi abbiamo".

Due cortei in piazza Duomo a Milano A Milano i sindaci delle cosiddette delibere padane, quelle di Cittadella e di Caravaggio relative al reddito degli extracomunitari e ai matrimoni degli immigrati irregolari, sono stati i protagonisti. Sono stati messi sotto i riflettori dalla partenza dei due cortei che hanno raggiunto piazza Duomo, mentre i big del Carroccio si sono tenuti un poco dietro le quinte, anche sul palco. E Bossi li ha difesi a spada tratta dal palco: "Prodi lascia stare i sindaci, non ce la fai! I prefetti non intervengano contro i nostri sindaci, sarebbe una scelta sbagliata quella di farli cadere".

"La gente sta con i sindaci" Già nei giorni scorsi Roberto Calderoli e anche Giancarlo Giorgetti avevano parlato di svolta politica interna alla Lega, di una "rivoluzione che parte dal basso", a proposito dell'azione dei sindaci leghisti. E stamani Bossi ha tracciando un parallelo storico paragonando i sindaci ai Comuni che combatterono a Legnano contro il Barbarossa e i prefetti agli emissari dell'Imperatore che opprimevano la libertà dei cittadini. Ma quando si chiede al leader della Lega se questa dei sindaci sia una rivoluzione anche interna alla struttura della Lega lui sorride e replica "ma la Lega è partita proprio dai sindaci!". Poi aggiunge "La gente sta con i sindaci.

E Umberto canta "Oh mia bela madunina" Qui da Milano è partito un segnale politico forte. Se Prodi pensa di cancellare i sindaci, eletti democraticamente e che stanno a fianco dei cittadini e dei loro problemi, sbaglia strada perché i sindaci vinceranno". Era contento Bossi, alla fine della manifestazione, aveva chiesto l'appoggio della sua gente e l'appoggio è arrivato. Migliaia in piazza (trecentomila secondo Roberto Calderoli), tanto che i cortei si sono dovuti allargare nelle vie limitrofe e molti non hanno raggiunto il palco. Contento e allegro, tanto da intonare 'Oh mia bela Madunina' dal palco, spiegando di aver giù la voce sia per il freddo sia perché nei giorni scorsi a Strasburgo "l'ho cantata a squarciagola". Di buon umore tanto da coniare una battuta anche per sé stesso "sono nato rivoluzionario e adesso sono diventato pompiere" per spiegare la sua posizione di mediatore all'interno della ex Cdl.

Mediazione nella Cdl Spiega, a questo proposito, che la situazione al momento è "assolutamente ferma", e risponde sorridendo quando gli chiedono se il rapporto con Berlusconi vada bene in questo momento: "a Natale bisogna dire di sì...comunque noi abbiamo cercato sempre l'amicizia con Berlusconi".

E' dunque un Bossi impegnato su due fronti quello di Milano: da un lato la mediazione all'interno del centrodestra, con un occhio rivolto ad evitare lo scoglio del referendum elettorale. Dall'altro il nuovo corso dei sindaci padani in prima linea, "la rivoluzione che parte dal basso", per cercare una strada nuova verso il federalismo politico e fiscale.

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