Per trentanni è stato il re dellaudience, il Pippo Baudo israeliano, il signore del prime time pronto ad ospitare Cicciolina con seni al vento e serpente al guinzaglio, limbonitore capace, quando X files era mania, di convincere i telespettatori a spegnere le luci per guardare gli Ufo dalla finestra. Bei tempi andati. Il 63enne presentatore televisivo Dudu Topaz, al secolo David Goldenberg, ora è un galeotto, un relitto dellavanspettacolo, un aspirante suicida. Tutta colpa della «scimmia» da video, di quella dannata voglia di comparire che gli impediva di rassegnarsi. Tutta colpa di quellinsopportabile Mr Hide che gli sussurrava di vendicarsi, lo spingeva ad assoldare manigoldi e picchiatori per bastonare dirigenti e agenti televisivi colpevoli di non credere in lui.
«Provate ad incastrarmi, vi sfido a provarlo», strilla domenica tronfio e borioso come sempre, mentre la polizia se lo porta via. «Aspettate vi racconto tutto», urla mercoledì sera al giornalista e al cameraman allinseguimento dellauto con lampeggianti su cui lhanno infilato dopo la confessione. «Non so cosa mi è successo, devo essere andato fuori di testa, ma ho detto la verità, ora sono in pace con me stesso, non mi volevano più in tv e ho deciso di vendicarmi», ammette Dudu sporgendosi tra gli agenti, allungandosi nel finestrino, fissando lobbiettivo. Giusto in tempo per lultima apertura del tg prima della chiusura in cella. Dentro Dudu qualcosa però sta andando in tilt.
«Allimprovviso ha confessato, da quel momento non ha più smesso di parlare, è diventato una mitraglia, una macchina incontenibile», ricordano gli allibiti inquirenti dopo le deposizioni su Zenko, il vicino di casa pagato 6mila euro per assoldare Suleiman Hiadra e Ayman Zabidat, i due buttafuori responsabili dei pestaggi di Avi Nir e Shira Margalit, presidente e vicedirettore di Canale 2, e dellagente televisivo Boaz Ben-Zion. I primi due pestati a sangue tra il novembre 2008 e il maggio 2009 hanno sostituito i vecchi show di Dudu con programmi come «American Idol» o «Una notte sotto le stelle». Lagente Ben-Zion non ha creduto al suo ultimo progetto televisivo. Dopo la confessione arriva però lo sconforto. Ieri notte il diabetico Dudu chiuso dietro le sbarre del carcere di Abu Kabir afferra le sue dosi dinsulina, se le spara in vena in un colpo solo. Difficile visto il personaggio scommettere sulle reali intenzioni. Di certo lesibita voglia dautodistruzione interrotta dagli agenti di guardia è lennesimo sintomo del male sottile che lo trascina nella polvere. Nonostante le origini londinesi nessuno, comunque, lha mai considerato un gentleman. Allapice del successo infila la lingua in bocca ad una responsabile della sicurezza televisiva che rifiuta le sue avances. Poi, tanto per non venir frainteso, ripete il gesto con la giornalista che chiede spiegazioni. Ad un critico televisivo colpevole nel 1995 di demolire un suo show risponde con un cazzotto negli occhiali e una battuta: «Tanto non gli servono, non capisce quel che vede».
Quando, però, la tv lo oscura e il pubblico lo dimentica il tarlo gli rode lanimo.
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