Un mosaico di Giotto sta spaccando in due un paese ciociaro, tra favorevoli e contrari a mandare il pezzo darte a Roma, per la mostra giottesca in allestimento al Vittoriano. Succede a Boville Ernica, ottomila abitanti su un colle che domina la vallata che da Frosinone si spinge verso lAbruzzo; una cinta muraria di buona fattura e allinterno alcune chiese che fanno del centro ciociaro un piccolo anche se poco sconosciuto scrigno darte. In una di queste chiese, quella dedicata a San Pietro Ispano, adiacente un convento di clausura dove le monache italiane si alternano a quelle filippine e messicane, da oltre un secolo (da quando cioè un ecclesiastico originario del posto lo portò in paese probabilmente sottraendolo a qualche angolo buio delle basiliche vaticane) si conserva un mosaico fatto risalire a Giotto, un angelo di straordinaria bellezza ma soprattutto di interesse per gli studiosi darte, visto che si tratta dellunico mosaico giottesco arrivato fino ai nostri giorni, peraltro in uno stato di conservazione ottimale.
Langelo di Giotto è stato, quindi, chiesto dagli organizzatori della mostra romana che a marzo riunirà in un colpo solo a Roma tutti i dipinti e le opere comunque riconducibili a Giotto. E lAngelo di Boville dovrebbe rappresentare uno dei punti forti della rassegna. Ma il condizionale è dobbligo, perché il paese, come detto, si è spaccato in due, anche se la corrente di quelli che vedono di buon occhio il trasferimento temporaneo a Roma per adesso ha un leggero vantaggio.
«L'Angelo di Giotto deve andare a Roma perché per il nostro paese costituirebbe una vetrina senza precedenti, con un ritorno turistico e dimmagine notevoli» sostengono i pro-mostra. Dallaltra parte invece si ribatte in questo modo: «LAngelo non si deve muovere da qui perché altrimenti non ce lo ridanno. E poi come organizzeremo la Pasqua di Giotto senza lAngelo?». A Boville, infatti, ogni anno nel periodo pasquale viene organizzato un ciclo di manifestazioni culturali -con molti intermezzi gastronomici - incentrati proprio attorno al mosaico giottesco. Gli organizzatori della mostra romana, però, lo hanno detto chiaro: ci teniamo lAngelo per un mese e poi lo rimandiamo in Ciociaria in tempo per la Pasqua, anzi, organizzeremo delle trasferte da Roma a Boville per i visitatori della mostra che comunque volessero ammirare il mosaico nella sua sede naturale della chiesa di San Pietro Ispano. Per Boville, insomma, ci sarebbe la possibilità di far salire in paese altre centinaia di visitatori che altrimenti non metterebbero mai piede da queste parti.
Ma il fronte del «no» ribatte con un precedente: nel 1936 lAngelo venne inviato a Firenze per una mostra, sarebbe dovuto tornare in paese un anno dopo, ma ci vollero dieci anni (e moltissime pressioni politiche e soprattutto ecclesiastiche) perché il mosaico tornasse in Ciociaria. A Boville, intanto, la disputa continua, con tanto di manifesti pro e contro affissi nelle strade del centro e interventi a raffica sui blog e sui giornali locali.
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