Ventotto centimetri e 44 chili in meno: David Haye, inglese di Bermondsev con treccioline rap, ha dimostrato che non sempre la stazza fa il campione. È una vecchia legge della boxe, anche fra i pesi massimi: le montagne umane hanno i piedi dargilla. Non sempre ma spesso. E Nicolay Valuev era un gigante dai piedi dargilla, sorretto dal business e da qualche buon combattimento. Invece David Haye, un metro e 90 per 99 kg, è uno di quei disperati con la rabbia dentro e il fuoco addosso che non ti lascia vivere sul ring. Campione del mondo dei massimi leggeri, fighter senza paura che si esalta davanti a quelli come lui. Ne sa qualcosa Giacobbe Fragomeni, con il quale (2006) fu battaglia allultimo respiro per il campionato dEuropa. Così con Valuev: a Norimberga, Haye è stato un cocktail di sostanza e tecnica, velocità di pugni ed anche di pensiero. Tutto quanto serviva per battere la montagna umana. Lo aveva dimostrato Evander Holyfield che, malgrado letà, lanno passato a Zurigo si vide defraudato di una vittoria che gli sarebbe spettata. Holyfield ha classe più limpida di quella di Haye. Ma le stesse idee pugilistiche, la capacità tecnica di imbrigliare un mammuth del ring.
Il nuovo campione per la sigla Wba ha incassato il successo ai punti malgrado le stravaganze di un giudice che ha visto il pari. Ed ora lInghilterra torna in possesso del mondiale che non le apparteneva più dai tempi di Lennox Lewis, ovvero dal maggio 2003 quando il più grande giocatore di scacchi della boxe combattè, per lultima volta, contro Vitaly Klitschko.
Ora toccherà ad Haye: il suo match, contro uno dei fratelli ucraini, di recente è saltato per un infortunio (chissà quanto diplomatico di Haye). Ora il bombardiere inglese è atteso dal veterano John Ruiz, eppoi dalla famiglia dei fratelli padroni dei massimi.
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