Braccia e remi genovesi per far vincere Venezia

Braccia e remi genovesi per far vincere Venezia

Una genovese ai remi per far vincere una barca veneziana: in Laguna è qualcosa che non era mai successo. Colpa di una rivalità storica tra Repubblica Marinare, questione anche di orgoglio se vogliamo. Ma soprattutto una genovese ai remi della Regata Storica di Venezia non s’era mai vista prima anche perché una come Chiara Curto a Venezia non l’avevano ancora trovata. Quest’anno invece c’era lei a difendere i colori di Murano, sulla barca verde, insieme alla compagna di fatiche e amica Gabriella Lazzari, questa volta sì, una veneziana doc. La scelta del team si è rivelata azzeccata: Chiara ha ripagato tutti con un quinto posto che alla prima esperienza è certo un gran bel risultato e che in molti hanno potuto seguire anche in diretta tv, domenica pomeriggio su Raiuno.
Chiara Curto in realtà ha ormai preso il «passaporto» veneziano. «Sono residente a Murano da ormai dieci anni - racconta a fine gara - Mi sono trasferita con mio marito, Paolo Cartoni. Ci siamo conosciuti qui, lui era un studente di Terni. Abbiamo deciso di vivere a Murano». La campionessa genovese lavora in un’autentica boutique del vetro a Murano, ma la sua formazione nasconde un’altra piccola curiosità: «Sono laureata in lingua giapponese», conferma. Domenica ha gareggiato sulle «mascarette a due remi», ma per ottenere un posto in barca ha dovuto sudare parecchio. «Quest’anno ha fatto le selezioni e ha vinto - spiega il marito, Paolo Cartoni - Si allena moltissimo, tutti i giorni». E non è finita. Anzi, adesso si tratta di confermare la buona prova di domenica alla Regata Storica di Venezia.
Il prossimo appuntamento è già tra un mese, con la regata di Burano. Non avrà probabilmente il fascino di quella appena corsa, non ci sarà magari la diretta tv, ma Chiara intende riuscire a migliorarsi. Prima però dovrà superare nuove selezioni, perché per affidare il posto a chi dovrà difendere i colori di Murano si sceglie sempre il migliore, il più in forma del momento.
«Ora pensiamo a Burano, poi le prossime gare saranno l’anno prossimo», conclude il marito.

Ma in Veneto hanno ormai conosciuto le doti della «Genovese», finita già sulle pagine dei giornali locali. «Qui ognuno ha un soprannome, e io sono “la Genovese” anche per la stampa», saluta Chiara Curto. Segno che questo piccolo smacco ha lasciato il segno. Positivo.

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