Laura Verlicchi
da Milano
Gerardo Braggiotti, numero uno di Lazard Italia, ha rassegnato le dimissioni, mettendo clamorosamente la parola fine agli scontri con i vertici francesi, provocati dalla sua strenua opposizione alla quotazione della banca daffari al Nyse. Dalla banca francese nessun commento: le dimissioni non sarebbero state ancora accettate e comunque ci sarebbe un mese di tempo per eventuali contromosse.
Certo è che la mossa del banchiere italiano non lascia indifferenti i vertici francesi: Lazard Italia non è una filiale qualsiasi, e Braggiotti - che era anche responsabile dellEuropa, Londra e Parigi escluse- lha portata a livelli di eccellenza. Tanto da meritarsi la proposta di dirigere la nuova superstruttura europea della banca, nonostante il suo ruolo di coriaceo oppositore della quotazione, fortemente voluta, invece, dal numero uno americano Bruce Wasserstein. In effetti, Lazard è approdata sul Nyse il 5 maggio e da allora ha perso il 13% del suo valore. Anche se fonti vicine a Boulevard Haussmann dicono che Wasserstein non è lunico a non amare Braggiotti: «Quando si è scoperto che gli era stata offerta la posizione di numero uno europeo, alcuni dirigenti francesi hanno detto che la cosa era inaccettabile», sostengono le fonti, secondo cui proprio il mancato rispetto della promessa sarebbe allorigine del distacco, ufficialmente per una pausa di riflessione. Comunque, Braggiotti non è nuovo alle dimissioni clamorose.
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