Economia

Braggiotti rompe con Lazard e dà le dimissioni

Il numero uno italiano esce di scena dopo mesi di polemiche con i vertici della banca d’affari su quotazione e gestione delle attività europee

Laura Verlicchi

da Milano

Gerardo Braggiotti, numero uno di Lazard Italia, ha rassegnato le dimissioni, mettendo clamorosamente la parola fine agli scontri con i vertici francesi, provocati dalla sua strenua opposizione alla quotazione della banca d’affari al Nyse. Dalla banca francese nessun commento: le dimissioni non sarebbero state ancora accettate e comunque ci sarebbe un mese di tempo per eventuali contromosse.
Certo è che la mossa del banchiere italiano non lascia indifferenti i vertici francesi: Lazard Italia non è una filiale qualsiasi, e Braggiotti - che era anche responsabile dell’Europa, Londra e Parigi escluse- l’ha portata a livelli di eccellenza. Tanto da meritarsi la proposta di dirigere la nuova superstruttura europea della banca, nonostante il suo ruolo di coriaceo oppositore della quotazione, fortemente voluta, invece, dal numero uno americano Bruce Wasserstein. In effetti, Lazard è approdata sul Nyse il 5 maggio e da allora ha perso il 13% del suo valore. Anche se fonti vicine a Boulevard Haussmann dicono che Wasserstein non è l’unico a non amare Braggiotti: «Quando si è scoperto che gli era stata offerta la posizione di numero uno europeo, alcuni dirigenti francesi hanno detto che la cosa era inaccettabile», sostengono le fonti, secondo cui proprio il mancato rispetto della promessa sarebbe all’origine del distacco, ufficialmente per una pausa di riflessione. Comunque, Braggiotti non è nuovo alle dimissioni clamorose. Nel gennaio 1998 lasciò infatti Mediobanca, di cui era segretario generale, in aperto contrasto con il vertice e in particolare con l’ad della banca d’affari milanese, Vincenzo Maranghi, che l’aveva di fatto licenziato nonostante avesse appena portato a termine la complessa «campagna francese» delle Generali, ultima tappa di un cursus honorum comprendente fra l’altro la privatizzazione della Telecom e quella della Banca di Roma Pochi mesi dopo, Gerardo Braggiotti entrava in Boulevard Haussmann da socio, con la benedizione di Antoine Bernheim, presidente delle Generali, nonchè storico partner della banca parigina.

Nel giro di pochi anni ne è diventato l’uomo di punta in Europa: fino alle dimissioni di ieri.

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