La notizia è di quelle che non possono passare inosservate: Ronaldinho Gaucho è tornato nel giro della mitica Seleçao. Scontato, direte voi. E invece si tratta di un vero e proprio evento. Intanto perchè accade a distanza di quasi un anno dall'ultima convocazione e poi perchè nel frattempo erano state ripetute e diffuse voci e giudizi che consideravano il medesimo Ronaldiunho Gaucho non solo alla frutta ma addirittura alla richioesta di ricevuta fiscale. Insomma finito, bollito.
Quando capitò, nel gennaio del 2011, che il Milan, su spinta di Allegri e su trattativa di Adriano Galliani, spedì in Brasile, al Flamengo, il fantasioso calciatore che fu del Barcellona, i giudizi furono unanimi. Si disse e si scrisse: Ronaldinho non ha più voglia di soffrire, di allenarsi, perciò il Milan lo ha giustamente scaricato nonostante il giudizio sempre benevolo espresso dalcpresidente Silvio Berlusconi. Non solo. Ma anche dal fronte brasiliano, non giunsero certo parole meno avvelenate. Lo stesso ct che adesso assicura: «Con Ronaldinho in campo di sicuro aumenteranno la pressione e le aspettative su tutti noi», non ha mai nascosto in passato qualche diffidenza. Ora è felice di riaccoglierlo e gli manda a dire: «Non verrà qui per una volta». Come a sostenere invece che l'avventura può proseguire, matgari anche fino al mondiale 2014 che è il grande traguardo del Gaucho.
Eppure quando si trattò di salutare la compagnia rossonera, nessuna voce si levò in difesa del talòento brasiliano. Neanche dal gruppo ristretto dei suoi amici e ammiratori convinti, i brasiliani cioè.
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