Chiara Campo
Non cè pace per Bruno Ferrante. A Pasquetta, mentre beveva il tè e mangiava la colomba con gli anziani ospiti del Centro Girola, in zona Niguarda, il candidato sindaco dellUnione - che domani alle 17 a Palazzo Visconti presenterà la sua lista civica - lanciava l«appello» a quegli imprenditori del nord che hanno pesantemente bocciato il centrosinistra alle politiche. Garantendo che «la Brebemi è uninfrastruttura fondamentale, chiesta da tempo, e va fatta. Esattamente come la Pedemontana». Bisogna «confrontarsi con tutte le altre istituzioni», ha aggiunto, «ma è unopera fondamentale, come lo sono le metropolitane per Milano». Sviluppo e infrastrutture, ha affermato, «sono temi importanti che dobbiamo avere la forza e lequilibrio di affrontare». Con quale stato danimo, è presto detto. Ieri dai Verdi è arrivato subito un secco avvertimento: «LUnione e il candidato sindaco si batta per le grandi opere realmente utili ai cittadini».
Il presidente cittadino dei Verdi, Carlo Monguzzi, ha puntualizzato che il suo partito non ha «nessuna pregiudiziale ideologica, ma abbiamo sempre detto che la soluzione alla congestione non sono nuove autostrade come la Brebemi, che rischiano invece di attirare nuovo traffico in una città già assediata dallo smog, ma un pacchetto di interventi a cui anche la città e il futuro sindaco dovranno lavorare di concerto innanzitutto con la Provincia».
I problemi di chi non è milanese, ma deve raggiungere ogni giorno la città per lavoro o studio «sono legittimi e meritano una risposta urgente», assicura Monguzzi, ma replicando alle dichiarazioni di Ferrante afferma che «la risposta non è fatta di nuove lingue dasfalto, ma di manutenzione e potenziamento delle reti autostradali già esistenti, maggior sostegno al trasporto pubblico, più treni per i pendolari».
Il capogruppo provinciale di Forza Italia, Bruno Dapei, ha invece «registrato positivamente le affermazioni di Ferrante secondo cui sarebbero prioritarie nuove grandi opere come la Brebemi, ma ci chiediamo se stia parlando a titolo personale o anche a nome di quei partiti, Verdi, Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani, che fanno parte della sua coalizione e che hanno apertamente osteggiato negli ultimi anni la realizzazione delle nuove infrastrutture di cui Milano e lhinterland hanno bisogno». Per il capogruppo azzurro, una «attenta, e preoccupata, analisi del risultato elettorale milanese della scorsa settimana costringe ora Ferrante a dire cose poco di sinistra: ci faccia comprendere chi, allinterno della sinistra, ha cambiato idea sulle priorità per Milano».
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