nostro inviato al Nürburgring
Patron Flavio Briatore incassa la seconda sconfitta consecutiva rifugiandosi nella sportività e nellironia. «Noi rispettiamo tutti, ma non abbiamo paura di nessuno», dice. E sorride: «Ma sì, labbiamo fatto per lo sport...», scherza. Quindi si fa serio: «No, la verità è che qui la Rossa e la Bridgestone erano imbattibili. Il secondo posto era il massimo che potessimo ottenere e a ben vedere abbiamo perso due punti su Schumi, ma ne abbiamo guadagnati su Raikkonen e la McLaren. Domenica cè Barcellona, una pista dove abbiamo fatto buoni test e dove le Michelin vanno bene... Vedrete, sarà unaltra storia».
Se il gran capo piemontese riesce a nascondere il peso della batosta e le preoccupazioni incombenti su un mondiale che inizia a farsi complicato, ci riesce meno il leader del campionato. Fernando Alonso lo dice a chiare lettere: «Da questa gara abbiamo avuto lesatto quadro della situazione: dobbiamo fare di più per vincere e dobbiamo migliorare un po in tutte le aree della macchina. A Imola, ad esempio, eravamo veloci, forse più veloci della Ferrari, qui invece era solo una questione di tempo: cioè, aspettare il momento in cui la Ferrari e Michael ci avrebbero passati. Mi domandavo: ci sorpasseranno al primo pit, al secondo? La verità è che era quasi impossibile tenerli dietro».
Ad ascoltarlo cè da pensare che si alzi, molli il microfono e cominci a sventolare bandiera bianca. Invece, dun tratto, cambia registro e inizia a mettere in dubbio la reale forza della Rossa: «Se sono preoccupato per il mondiale? No, per niente. Non mi ha stupito che la Ferrari sia tornata nella lotta e, vedrete, arriverà anche la McLaren. E magari anche la Honda. Ci sono quattro team in grado di ambire alla leadership: qualche volta è più veloce uno, qualche volta un altro. E poi non dimenticate limpatto e limportanza delle gomme. Adesso arrivano le corse di Barcellona e Montecarlo: sono piste dove la Michelin è più forte della Bridgestone. Penso che vedremo gare differenti».
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