Da Bruce Weber la cura degli altri in stile Moncler

Bandana in testa e sciarpa colorata al collo: così è apparso ieri Bruce Weber, mitico fotografo e regista americano autore del cortometraggio Dont't steal the jacket realizzato per la campagna pubblicitaria di Moncler proiettata in anteprima mondiale al Teatro Litta di Milano. Il grande mago dell'obiettivo, allievo di Diana Arbus e cultore della bellezza maschile - nell'83 fotografò circa 250 atleti che avrebbero partecipato alle Olimpiadi di Los Angeles l'anno dopo - ha ripreso bambini, figli dei suoi amici, per raccontare una storia ispirata a un concetto estremamente educativo: la necessità di prendersi cura degli altri. Così in 24 minuti di film che sarà trasmesso a puntate sul sito di Moncler, va in scena l'avventura di Carolina, bionda bambina golosa e del suo Volpino di Pomerania. «Da sempre fotografo i cani e mi piace perché è una sfida, io ne ho sei ma non ho bambini. Realizzare questo cortometraggio mi ha fatto capire quanta pazienza ci vuole nell'essere genitori», ha detto il celebre fotografo americano circondato dagli interpreti del clip che ha come modello di riferimento un tipo speciale.
«Mi sono ispirato a un mio zio, Arturo, che in famiglia spesso veniva preso in giro, ma di cui io amavo il modo di vedere il mondo, la natura, l'amicizia». Girando il film Bruce ha anche pensato a quei film italiani con cui è cresciuto e che hanno catapultato il regista di cult-movie come Let's Get Lost sulla vita di Chet Baker dalla piccola città nella quale viveva fino a New York.

«Abbiamo iniziato anni fa a collaborare con Bruce lavorando sul concetto di essere vicini al consumatore attraverso una storia» ha commentato Remo Ruffini, presidente Moncler, sottolineando come nonostante la crisi e le condizioni meteorologiche non particolarmente favorevoli al piumino, la strategia della maison stia portando ottimi risultati.

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