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Brunetta sfida ancora Tremonti «Giulio non è un economista»

REAZIONE Il titolare dell’Economia stavolta non replica. Smentite nuove voci di dimissioni

Brunetta sfida ancora Tremonti «Giulio non è un economista»

RomaLe entrate extra dello scudo fiscale, quattro miliardi di euro, saranno usate per finanziare nuove misure sul Welfare. L’orientamento è emerso ieri alla consulta economica del Popolo della libertà, presieduta da Giulio Tremonti, proprio nel giorno in cui arrivava la notizia che i tagli ad Irap, Irpef e la cedolare sugli affitti non saranno inseriti in Finanziaria e mentre si riaccendeva la polemica tra il ministro dell’Economia e Renato Brunetta.
Il nuovo fronte ieri lo ha aperto il ministro della Pubblica amministrazione. «Io sono più rigorista di Tremonti, ma nel rigore si può fare lo sviluppo: io queste cose le conosco bene perché io sono un economista, Tremonti non è un economista». Poco dopo i primi lanci di agenzie, il portavoce di Brunetta si è affrettato a precisare che nelle parole del ministro non c’era «nessun attacco, nessuna polemica». Acqua sul fuoco, anche perché, se è noto che le scintille sono dovute per lo più all’incontro di due caratteri forti, la polemica tra ministri non piace al premier Silvio Berlusconi. In una precedente intervista Brunetta aveva già accusato Tremonti di voler «commissariare» gli altri dicasteri, negando fondi e riforme a costo zero, ma da Palazzo Chigi era arrivata una difesa del ministro dell’Economia. La tesi di Brunetta è sempre la stessa. Serve un cambio di passo. «Dobbiamo gestire bene la fase della ripresa e penso che il governo sia in grado di fare questo con la finanziaria, il piano per il Sud e il sistema normativo che predisporrà nelle prossime settimane e nei prossimi mesi».
La risposta a Brunetta è indirettamente arrivata dalla consulta economica del Pdl, organismo istituito dopo un’altra burrasca nei rapporti tra Tremonti e gli altri ministri. Nella sede del Pdl c’erano, oltre al titolare del dicastero di via XX Settembre, i coordinatori del Pdl Ignazio La Russa e Sandro Bondi, il presidente della commissione Bilancio del Senato Antonio Azzollini, il relatore alla Camera Massimo Corsaro, Maurizio Gasparri capogruppo del Pdl al Senato e Fabrizio Cicchitto capogruppo del Pdl alla Camera e Marco Milanese che svolge la funzione di segretario della consulta. Il nome del ministro della Pubblica amministrazione non è stato pronunciato. Infondate le voci di una nuova minaccia di dimissioni da parte di Tremonti, che erano circolate nel pomeriggio.
Il tema della riunione erano gli emendamenti alla finanziaria. E la cosa che è apparsa chiara è che le risorse per finanziare le modifiche introdotte dai parlamentari saranno solo quelle dello scudo fiscale. E che, ancora una volta, sarà data la precedenza a misure di emergenza, quindi misure per il Welfare. In lista ci sono quindi le misure annunciate dal ministro del Welfare, come gli ammortizzatori sociali per i lavoratori atipici, gli sgravi alle agenzie di lavoro che ricollocano lavoratori in cassa integrazione, la proroga degli sgravi fiscali al salario accessorio, che erano stato introdotto in via sperimentale e scadranno in dicembre.
Se ci saranno altre novità, riguarderanno fisco e redditi. Da qualche giorno si discute di possibili misure per i cinquantenni che hanno perso il lavoro. Rimane l’intenzione di alleggerire il carico fiscale che grava nella busta paga. E il contratto del pubblico impiego. Ieri i segretari generali di Cisl e Uil Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti sono stati ricevuti a palazzo Chigi dal premier Berlusconi e dallo stesso Tremonti e hanno ricevuto una cauta disponibilità.

Al tavolo non c’era la Cgil che ha protestato, accusando il governo di volere dividere i sindacati. In realtà a chiedere l’incontro erano stati Cisl e Uil in quanto firmatari dell’ultimo contratto degli statali che non è stato siglato dalla Cgil.

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