Btp al 6%. Ma i "Pigs" pagano ben di più

Quanto rendono i titoli europei

Btp al 6%. Ma i "Pigs" pagano ben di più

Il Tesoro ha venduto ieri sul mercato poco meno di 8 miliardi di titoli pubblici, fra Btp a tre e dieci anni, e Cct, con rendimenti in deciso aumento, quasi fino al 6%. Un’occhiata alle tabelle degli spread relativi ai principali Paesi europei ci dice che ormai si sono formati alcuni gruppi pre definiti: il primo, quello con gli spread più elevati, è composto dai tre Paesi «salvati» dall’Europa: Grecia, Irlanda e Portogallo. Ci sono differenze consistenti (ad esempio la Grecia mostra uno spread più che doppio rispetto al Portogallo), tuttavia in generale le tre «maglie nere» hanno gravi difficoltà ad approvvigionarsi sui mercati, a meno di non pagare tassi stellari, e si devono dunque affidare principalmente alla Bce. Il secondo gruppo vede più o meno affiancate Italia e Spagna. Noi stiamo un pochino meglio, ma si tratta di dettagli. La differenza è che il rapporto debito-pil in Spagna è leggermente inferiore al 70%, mentre in Italia si viaggia al 120%. In particolare il decennale spagnolo rende il 6% e il portoghese il 12% contro il 3,30% pagato dalla Francia (il Btp decennale è al 5,9%). Il nostro Paese, a detta dei mercati, mostra una solidità complessiva migliore rispetto alla Spagna. Tuttavia, le paure di contagio e le voci sulle dimissioni del ministro Tremonti non ci hanno fatto bene. Tutto questo, scrivono gli analisti di Unicredit, non ha creato un «ambiente favorevole» per l’asta di ieri. L’annuncio di una consistente manovra economica, affiancato all’accordo salva-Grecia, aveva fatto respirare tutti; ma adesso le tensioni sono ritornate.
Un terzo gruppo, più numeroso, è composto dai Paesi i cui spread rispetto alla Germania sono minimi: i principali sono Austria, Francia, Finlandia e Olanda. I debiti sovrani di questi Paesi hanno tutti la «tripla A». Fuori dall’area euro, Svezia, Norvegia, Danimarca e Regno Unito detengono tutti la «tripla A». E il loro outlook, secondo Standard & Poor’s, è «stabile». La Spagna presenta un rating «AA», con outlook negativo, l’Italia si trova al livello inferiore di «A+», con prospettive egualmente negative. «Chi doveva speculare e guadagnare con Grecia, Irlanda e Portogallo, lo ha già fatto», spiegano gli operatori. É chiaro che, sulla base dei parametri oggettivi, i prossimi obiettivi sono Spagna e Italia. Alle regole sfuggono almeno due Paesi: il Giappone e gli Stati Uniti.

Nonostante il debito più elevato del mondo e un rating di «AA-», con prospettive negative, Tokio continua a vendere bond a rendimenti bassissimi (l’1% circa). Negli Usa i rendimenti dei T-bond sono al 3%, ma potrebbero scendere con l’accordo al Congresso sul bilancio federale.

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