La «bufala» dei tombini I minori afghani ospitati in centri di accoglienza

«Nessuno dorme all’interno dei tombini. I bambini afghani che utilizzavano la stazione Ostiense come dormitorio sono stati trovati su un marciapiede sotto una pensilina, non all’interno delle cavità». Il dirigente della polizia ferroviaria di Roma, Carlo Casini, fa luce sulla vicenda dei 24 minori che insieme a 69 adulti erano all’interno dell’area, abbandonata da anni.
«Molto probabilmente - prosegue Casini - i ragazzini utilizzavano quei tombini per conservare i pochi averi di cui erano in possesso». Coperte, vestiti, sacchi a pelo, effetti personali. È impossibile, infatti, riuscire a dormire in spazi così ridotti. Roma, poi, non ha il clima rigido di Bucarest, quindi in questa stagione si sente meno freddo a riposare all’aria aperta che sottoterra. «Si tratta di ragazzi che, con molta probabilità, erano a Roma solo di passaggio: la destinazione finale resta l’Europa del nord. Molti proseguono per l’Inghilterra o la Germania, dove chiedono lo status di rifugiati politici».
Nella parte più sicura del terminal, quella protetta da un cancello, dormono indiani e pakistani, mentre iraniani e afghani sono poco più in là. Di giorno lasciano le loro cose sotto tombini e grate, per appostarsi ai semafori a lavare i vetri delle auto o vendere fiori. E tornano quando fa buio. «È brutto dover constatare queste realtà di sfruttamento di bambini e ragazzi che arrivano da terre lontane - dichiara monsignor Guerino di Tora, direttore della Caritas -. Nonostante l’impegno nostro e di altre associazioni, molte situazioni sfuggono, ecco perché bisogna mettere ancora di più impegno, da parte di tutti».
La presenza nella capitale di minori afghani non accompagnati, è aumentata, passando da 32 minori del 2004 a 264 nel 2007, pari al 22,8 per cento del totale dei piccoli immigrati. «Vogliono solo superare la frontiera - dichiara Valerio Neri, direttore di Save The Children - pertanto alcuni di loro accettano solo di usufruire di servizi di base, quali ad esempio pasti, doccia, consulenza medica su strada».
«Non hanno mai dormito nei tombini, ma hanno passato le notti sulle panchine di piazzale Ostiense», chiarisce l’assessore alle Politiche Sociali Sveva Belviso, che ha visitato il centro di accoglienza di via Zurla, a Torpignattara, dove si trovano 8 ragazzi afghani e uno del Bangladesh, che fanno parte dei 24. «Sono a Roma da 5 giorni e hanno tra i 16 e i 17 anni - prosegue -. Hanno pagato 10.000 dollari a testa per attraversare a piedi o in pullman Pakistan, Turchia, sino in Grecia da dove hanno raggiunto l’Italia. Ora sono ospiti in diversi centri di accoglienza e hanno diritto al permesso di soggiorno con lo status di rifugiati». Rimarranno qui fino alla maggiore età e avranno la possibilità di imparare l’italiano e andare a scuola».


«Vogliamo comprendere come sia stato possibile un simile dramma nella nostra città - commenta il sindaco Gianni Alemanno -. Bisogna rafforzare la collaborazione tra le strutture statali e comunali, in modo da rendere la rete dell’assistenza sociale più solida e ramificata in tutto il territorio cittadino».

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