Bufera sugli appalti, arresti e indagati

Il volto «prestigioso» di Milano finisce in un’inchiesta della Procura. I lavori di riqualificazione di corso Como, corso Garibaldi, via Brera, dei Navigli, e del raccordo per il nuovo polo fieristico di Rho-Pero sarebbero stati realizzati da un cartello di imprese organizzate per «truccare» le gare d’appalto, ottenere le commesse più vantaggiose, in grado di spartirsi oltre il 50 per cento degli appalti pubblici.
In manette finiscono i titolari di due aziende, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta e all’illecito subappalto. L’indagine - condotta dalla Guardia di finanza e coordinata dal pm Francesco Prete - riguarda 32 appalti concessi da Comune, Provincia e Metropolitane Milanesi, per un totale di 45 milioni di euro. Le persone indagate sono 63, inclusi due geometri del Ufficio strade del Comune. Sessantuno, invece, le imprese coinvolte.
L’attività illecita (protrattasi fino all’ottobre di quest’anno), seguiva due modalità.

Da un lato la presentazione concordata di offerte con percentuali di ribasso molto ravvicinate alle basi di appalto fissate dagli Enti committenti. Dall’altro, una volta ottenute le commesse, i lavori venivano subappaltati in maniera irregolare dalle società del cartello che avevano più interesse a farlo, in cambio di una percentuale sui compensi.

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