«Un bugiardo» ma ha fatto anche del buono

«Ora è decisivo il risultato delle elezioni israeliane»

«Era un gran bugiardo dei quali i palestinesi si stanno per liberare e non ci sentiamo di piangerlo molto. Bisogna però riconoscere che ha posto basi fondamentali, come il ritiro da Gaza e l’abbandono dei coloni». La stampa araba si muove con molta circospezione, anche se non nasconde l’antipatia, diciamo così, per lo statista israeliano.
Il quotidiano panarabo «Al Sharq Al Awsat», in un editoriale, sostiene che «non è escluso che qualunque alternativa a Sharon possa fare meglio... ma bisogna riconoscere che Sharon ha lasciato un’importante eredità per chiunque arriverà al suo posto». E ancora: «Con le sue mani ha distrutto il dogma della destra, quello della nascita futura del Grande Israele. Il piano di separare Israele dai palestinesi si è rivelato non una tattica, ma una definitiva scelta strategica che nessun governo futuro dello Stato di Israele potrà rinnegare... ma dovrà applicare le scelte già determinate».
Più duri e meno possibilisti i toni usati dal quotidiano palestinese «Al Ayyam», il cui editorialista scrive: «È stato un abile bugiardo ed è riuscito a far passare l’idea che i palestinesi non sono interlocutori credibili... seguendo una sistematica politica atta a indebolire l’autorità palestinese, favorendo così la supremazia del caos e dimostrare agli occhi del mondo che l’Anp non è in grado di assolvere ai propri impegni, soprattutto in materia di sicurezza». Concludendo l’editorialista sostiene che «la situazione candiderà come alleati di Kadima i laburisti come unica forza in grado di completare il cammino intrapreso da Sharon... La Palestina sarà avvantaggiata dall’essersi liberata da un nemico considerato uomo di pace, quando non lo è veramente. L’interrogativo è: i palestinesi sapranno approfittare della situazione? Non sembra, purtroppo, che la piazza palestinese sia matura».
Infine per George Giacaman, docente dell’università di Beir Zeit, «la maggioranza del popolo di Israele ha già digerito l’idea della separazione demografica e geografica tra israeliani e palestinesi...

e bisognerà vedere se il nuovo governo vorrà mettere in discussione questa idea... tenendo conto della volontà dell’amministrazione Bush. Per capire qualcosa, ora bisogna dunque attendere i risultati delle elezioni in Israele».

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