Burocrazia, Brunetta usa il machete: "Libere dai timbri le piccole imprese"

L'Europa certifica che sbrigare gli atti amministrativi costa alle aziende italiane oltre 70 miliardi all'anno

Burocrazia, Brunetta usa il machete:  
"Libere dai timbri le piccole imprese"

Un oceano di timbri, bolli, autorizzazioni, firme, nulla osta, certificati; un oceano di legacci e impedimenti nel quale gli imprenditori italiani sono costretti a nuotare controvoglia ogni giorno che passano in azienda, naufraghi sballottati dalle onde di una tempesta che con cessa mai ed è nota col nome di «burocrazia».

I mal di testa e le perdite di tempo causate dal giogo burocratico ai nostri imprenditori basterebbero già da soli a giustificare l’impegno del governo per snellire il peso del controllo statale sul mondo aziendale; ma quando si legge che la stessa Commissione europea indica nella complicazione burocratica una delle prime cause dello svantaggio competitivo dell’Italia e stima in 70 miliardi all’anno - il 4,6% del Pil - il costo degli atti amministrativi generati, la necessità di disboscare la giungla di procedure e vincoli risalta in tutta la sua urgenza. Ed è proprio per rispondere a questa urgenza che il governo, sotto la guida del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, ha impresso una forte accelerazione agli interventi di semplificazione con il «Piano per la semplificazione 2010-2012», con la messa a regime del provvedimento taglia-oneri (col quale l’esecutivo punta a ridurre di almeno il 25% i costi della burocrazia entro il 2012) e l’adozione di misure in materia di edilizia libera.
A queste misure - per avere un quadro completo dell’azione dell’esecutivo si può consultare il «dossier sulla semplificazione amministrativa per le imprese», disponibile sul sito innovazionepa.gov.it - si affianca una innovazione, inserita nella legge finanziaria, senza precedenti per l’Italia: il principio di proporzionalità. Ovvero gli adempimenti amministrativi saranno differenziati in relazione alla dimensione, al settore in cui l’impresa opera e all’effettiva esigenza di tutela degli interessi pubblici. Quindi i piccoli imprenditori italiani, che rappresentano la maggioranza del motore economico nazionale (4, milioni di imprese, oltre il 95% del totale) avranno meno carte da sbrigare rispetto ai grandi gruppi economici.

«È una riforma a costo zero - sottolinea il ministro Brunetta - indispensabile per eliminare vincoli e liberare risorse per lo sviluppo e aumentare la competitività delle imprese».

Ma c’è un ostacolo, tra i tanti, contro il quale Brunetta mette in guardia gli italiani: l’inerzia del gigante burocratico. «Non vanno sottovalutate le difficoltà - ammonisce Brunetta - e le forti resistenza radicate nei comportamenti consolidati delle amministrazioni. Semplificare è un lavoro faticoso, che richiede determinazione e tenacia.

Le norme e l’adozione di misure organizzative e tecnologiche sono indispensabili, ma non bastano: è essenziale un’attenzione nuova all’implementazione e alla comunicazione. Il risultato, infatti, non è pienamente raggiunto se non è effettivamente percepito dalle imprese».

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