Fra le porte dello slalom sembra una molla, le gambe e le braccia si muovono come disarticolate, anche la testa va per conto suo ma guarda fisso in giù, esattamente come gli sci, le cui punte sono sempre indirizzate sulla massima pendenza, alla ricerca di velocità. Così scia Jens Byggmark, il nuovo re dello slalom, due volte vincitore a Kitzbühel e oggi atteso ad una conferma nella gara notturna di Schladming (ore 18 e 20.45, diretta tv su Sportitalia), nella quale scenderà con il pettorale rosso di leader di coppa del mondo.
Byggmark, 21 anni, è alla sua prima stagione nel grande sci e già a novembre, nella gara di Levi che chiuse sesto partendo con il numero 34, stupì per la sua tecnica innovativa, per quel modo di sfruttare al massimo gli sci corti (165 cm) e sciancrati (ovvero larghi in punta e in coda, più stretti al centro) che dal 2000 sono diventati un must sulla neve, quella dei campioni, ma anche quella dei turisti.
Immaginiamo già i bambini che proveranno ad imitare quel suo modo dinoccolato di districarsi fra le porte, quella sua capacità di raddrizzare ogni tracciato lasciando sempre e comunque correre gli sci senza freni, con il busto che si inclina di qua e di là come un pendolo ma non perde mai il controllo di ciò che gli sta sotto: bacino, gambe, piedi e soprattutto sci.
Jens Byggmark ha portato nello sci una ventata di freschezza e di novità, ma la storia è piena di campioni che in epoche diverse hanno saputo diventare un punto di riferimento, naturalmente seguendo l'evoluzione dei materiali, la prima e vera causa di ogni cambiamento della tecnica.
Senza andare troppo indietro nel tempo, ricordiamo Ole Christian Furuseth, che a metà degli anni Ottanta fu il precursore della tecnica attuale: sci larghi, appoggio distribuito su entrambi i piedi e non solo sull'esterno, linee rotonde nel tentativo di frenare il meno possibile. Il norvegese non è ricordato come uno dei più grandi, ma il suo modo di sciare aprì la strada alla tecnica moderna, perfezionata dall'avvento degli sci sciancrati nella stagione 1999-2000, quando un altro slalomista, l'austriaco Mario Matt, fece un ulteriore passo avanti grazie al progressivo accorciamento degli sci. Matt si impose in coppa e divenne campione mondiale nel 2001 sciando come se ai piedi avesse dei pattini in linea: corpo raccolto, parallelismo perfetto di piedi e ginocchia, sci a correre sulla neve come su due binari. Proprio in questa stagione Matt è tornato ai vertici dopo alcuni anni di crisi, ma la sua tecnica si è ulteriormente evoluta, la sua posizione è più alta e i suoi movimenti più dinamici e completi.
Nel frattempo è infatti arrivato sul palcoscenico lo statunitense Bode Miller, che grazie agli sci moderni ha potuto sfruttare il suo formidabile equilibrio, la sua incredibile sensibilità, la sua capacità rara di far correre gli sci senza frenare mai.
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