Quando alla fine della stagione scorsa Massimo Giovanelli si rimise le scarpe bullonate e scese in campo con la maglia dellAmatori Milano si dimostrò che - a quarantadue anni suonati - era ancora lui il più forte di tutti. «Beh - dice adesso il "Giova", già capitano della Nazionale - diciamo che mi aiutava lesperienza: i ragazzi seguivano le strade asfaltate e io invece prendevo i sentieri nel bosco. Così facevo meno strada». Ma adesso che Giovanelli ha completato la sua metamorfosi in dirigente, chi terrà a galla la mischia dellAmatori nel campionato di serie A che comincia tra due domeniche (Amatori-Badia, 27 settembre, ore 14,30)? Ovvero: che speranze ha lAmatori di compiere quel salto di qualità che potrebbe catapultarla nel paradiso perduto del Top, il campionato deccellenza?
Lassenza di Milano dai massimi livelli dura ormai da più di dieci anni. E laltro giorno, quando i vertici della federazione hanno presentato la nuova stagione del Top 10, faceva un po malinconia vedere al via due squadre di Parma, la risorta Aquila, la neofita Prato, e ancora nulla targato Milano. Quella Milano che, per tacere degli scudetti, negli annuari della pallaovale italiana continua a detenere dei record, alcuni ingloriosi, come il maggior numero di mete subite ad opera dello stesso giocatore (in un Roma-Cus Milano del 1968) ma alcuni rutilanti come i quattro drop in una sola partita messi a segno da Gianluca Ragusi dellAsr Milano nel derby con lAmatori del 1984. E soprattutto la Milano delloggi, delle migliaia di ragazzini, del boom del rugby di base che non riesce a diventare eccellenza.
La vecchia, gloriosa Amatori ci sta provando. Sarà lanno buono? «Abbiamo rinnovato la squadra per il 70 per cento - spiega Giovanelli, che da questanno è direttore sportivo -, perché la rosa della passata stagione, sia detto senza mancare di rispetto ai ragazzi che hanno fatto del loro meglio, non era una rosa da serie A. Di chi giocava lanno scorso, non più di quattro o cinque entreranno nella formazione base. Dal punto di vista della qualità pura, credo che lacquisto più prezioso sia quello di David Harvey, un mediano di apertura australiano che recentemente è stato in grado di mettere a segno cinquanta punti in una sola partita, e da cui ci aspettiamo grandi cose. Ma puntiamo anche sui giovani del nostro vivaio: di un ragazzo come Stefano Montanelli, per esempio, garantisco che si sentirà parlare molto».
Ma la campagna acquisti non è ancora finita. In imminente arrivo da Venezia a Milano per inseguire un futuro da attore viene dato Denis Dallan, trentunenne ala della Nazionale: e se la voglia di cinema lo porterà sotto la Madonnina, una maglia nellAmatori non gliela toglie nessuno.
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