MadridNel giorno in cui compiva 50 anni, l'Eta è riuscita tristemente ad attirare un'altra volta tutta l'attenzione su di sé. Il lutto ha segnato una giornata scandita dai funerali dei due giovani agenti della Guardia Civil uccisi giovedì con una bomba a Maiorca, e dalle minuziose ricerche della polizia che setacciava l'isola in cerca dei loro assassini. In mattinata il premier José Rodriguez Zapatero, accompagnato dal leader dell'opposizione Mariano Rajoy, ha insignito i feretri di Carlos Saenz de Tejada Garcia, 28 anni, e del collega Diego Salva Lezaun, 27, con la Croce d'oro al Merito della Guardia Civil. I due ragazzi, entrambi meccanici entrati solo da un anno in polizia, sono solo le ultime vittime di una catena di omicidi che ha tolto la vita a 210 agenti della Guardia Civil in 50 anni di lotta al terrorismo.
Poco più tardi nella cattedrale di Palma di Maiorca, si sono svolti i funerali ufficiali presieduti dai principi di Spagna, alla presenza del ministro degli Interni Alfredo Rubalcaba e del primo presidente non nazionalista dei Paesi baschi Patxi López, che ha chiesto agli spagnoli di «non giudicare tutti i baschi per le azioni di pochi». Anche il re Juan Carlos, in visita ufficiale a Madeira, ha mandato un messaggio ai familiari e ha condannato gli ultimi due attentati «codardi e disprezzabili». Proprio il monarca spagnolo era stato nel 1995 e nel 2004 l'obiettivo dei terroristi a Maiorca, dove i reali passano le vacanze estive nel palazzo di Marivent.
Mentre il cordoglio stringeva lo stomaco delle oltre duemila persone presenti alla messa funebre, le forze dell'ordine continuavano invece a setacciare l'isola, facendo particolare attenzione a porti e aeroporto. Secondo fonti vicine alle indagini infatti, i terroristi si troverebbero ancora sull'isola, probabilmente nascosti in un «appartamento franco» e per questo la polizia sta controllando attentamente le identità di chiunque voglia lasciare l'isola. In mattinata la Guardia Civil ha anche pubblicato le foto di sei giovani ricercati per i loro legami con l'Eta, anche se gli Interni non hanno confermato al Giornale se tra loro ci siano anche i due sospetti che, secondo i media spagnoli, sono ritenuti autori materiali dell'attentato.
Il sospetto che i terroristi siano ancora sull'isola è legato alla ricostruzione dell'attentato. La polizia crede infatti che gli uomini dell'Eta abbiano attaccato giovedì mattina la bomba sotto la jeep delle guardie mentre i due sono entrati per qualche minuto in un negozio. Oppure che abbiano approfittato del tempo in cui la vettura è rimasta parcheggiata di fronte alla caserma dalle 10 alle 13.50. In ogni caso avrebbero fatto esplodere la bomba solo più tardi con un telecomando. Un testimone citato da El País, ha visto una Volkswagen blu allontanarsi a tutta velocità dal luogo appena dopo lo scoppio. I terroristi avevano anche collocato una seconda bomba con un sistema di innesco con sensore di movimento su un altro veicolo della Guardia Civil, che sarebbe esploso non appena qualcuno ci fosse salito, aiutando la loro fuga. Sembra per ora meno probabile che la bomba scoppiata fosse a orologeria, il che avrebbe permesso ai terroristi di abbandonare l'isola.
L'attentato ha purtroppo raggiunto l'obiettivo ricercato dai terroristi di colpire duramente il turismo spagnolo e di dimostrare che, nel 50º anniversario dalla sua fondazione e con una lunga scia di 828 cadaveri alle spalle, l'Eta è ancora pericolosa.
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