«Cacciato via da assessore senza un’accusa»

È tirato. La politica gli manca e non si vergogna a dirlo. Perché non c’è niente di cui vergognarsi. «E nemmeno di cui pentirmi», scandisce lento Paolo Massari l’ex assessore della giunta Moratti fatto fuori per un presunto scandalo sessuale e ricomparso ieri alla festa del Pdl al Castello Sforzesco. «Denunce? Nessuna». Notizie dei giudici? «Nessuna. Nessuna». Niente? «Niente di niente. È questo l’assurdo. Una situazione kafkiana. È, come ha detto l’avvocato Annamaria Bernardini de Pace, la probatio diabolica. Mi chiedono di dimostrare di non aver commesso un fatto, quando il fatto non esiste. Ma com’è possibile? Come faccio?». Lei una difesa l’ha fatta. In pubblico, davanti ai giornalisti. «Infatti. E ho detto cose pesantissime. Fossero state false, sarebbero arrivate le querele. E, invece, non è arrivata nessuna querela. La dimostrazione che non ho detto bugie».
Ricapitolando. Sabato 5 giugno Massari, 44 anni sposato e due figli, è assessore all’Ambiente quando esce la notizia che due donne l’hanno accusato di molestie sessuali. Una dipendente comunale e la funzionaria che faceva parte di una delegazione ufficiale arrivata da Oslo per una missione a Milano. «Solo parole. Ma i giornali mi hanno massacrato». Quel sabato mattina in piazza Duomo per la festa dell’Arma dei carabinieri il sindaco Letizia Moratti arrivò nera in volto. Pretese e ottenne le dimissioni. «Si disse che bisognava chiarire. Dissi che ero d’accordo, ma poi nessuno mi ha permesso di chiarire. Il 27 luglio ho visto ancora il sindaco Moratti. Poi più niente. Ho chiesto più volte appuntamento al coordinatore cittadino. Luigi Casero mi ha dato qualche appuntamento, ma poi all’ultimo momento saltavano tutti. Non si faceva trovare. E io non so più che fare». Ricandidarsi? «Io voglio candidarmi. Col Pdl? Certo, io sono del Pdl. E se il Pdl non mi vuole, me lo devono dire. Adesso Guido Podestà mi ha promesso un incontro in ottobre. Lasciamo passare il discorso di Berlusconi in parlamento e poi vediamo. Chi mi è stato vicino? Il coordinatore nazionale Ignazio La Russa». Passare con Fini? «Non sono solito saltare di palo in frasca. Ma voglio continuare a far politica. Come, dove e quando lo vedremo».

Nel frattempo? «Sono tornato al mio lavoro da giornalista a tempo pieno. Tutte le mattine a Mediaset, negli studi di Cologno Monzese, dalle sette meno un quarto del mattino fino alle sette di sera». E adesso? «Adesso lasciatemi andare dai miei bambini».

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