Roma

Caffarella, ribadita l’accusa di stupro contro i due romeni

FORTI EMOZIONI Messe a verbale le dichiarazioni dei due fidanzatini che costituiranno prova definitiva per il processo

Caffarella, ribadita l’accusa di stupro contro i due romeni

Hanno confermato in maniera puntuale le violenze subite il giorno di San Valentino nel Parco della Caffarella. E lo hanno fatto in sede di incidente probatorio, fissando su carta dichiarazioni che poi saranno utilizzate nel dibattimento, e che, quindi, non dovranno ripetere in aula pubblicamente.
I due fidanzatini (lei 14 anni, lui 16) ieri sono comparsi davanti al gip Guglielmo Muntoni, in momenti separati, l’uno di seguito all’altra. Non hanno mai incrociato gli sguardi di Oltean Gavrila e Ionut Jean Alexandru, i due romeni in carcere per questa vicenda dal 20 marzo. Lei, piccola, vestita con t-shirt e jeans neri, prima di entrare nell’aula di piazzale Clodio accompagnata dal suo legale, Teresa Manente, e da una psicologa, ha avuto un attimo di esitazione e si è fermata sulla soglia temendo di incrociare gli aguzzini.
«Tranquilla, non c’è nessuno... puoi entrare», le ha detto l’avvocato. Dopo quindici minuti circa, è stata la volta del fidanzatino: alto, jeans e maglietta, capelli lunghi, senza alcuna esitazione apparente. È entrato e anche lui si è accomodato in una stanzetta attigua all’aula, al riparo dagli sguardi dei due romeni chiusi nella gabbia. Il pubblico ministero Vincenzo Barba, il legale degli indagati e quello delle parti civili, hanno rivolto le loro domande, e il gip le ha girate alla psicologa che a sua volta le ha poste ai due ragazzi. A quanto si è appreso i fidanzatini hanno ripercorso nel racconto, in maniera puntuale e precisa, durato meno di un’ora, i terribili momenti vissuti la sera del 14 febbraio. A tratti, la ragazzina si è dimostrata emozionata e scossa, fino alle lacrime. «Sono stati bravissimi - ha detto l’avvocato Manente -. Hanno ricordato per filo e per segno un episodio per loro drammatico». A conclusione dell’udienza, il pm Barba ha annunciato che nei prossimi giorni chiederà il giudizio immediato per i due romeni. Non è escluso che i due chiederanno di essere giudicati con il rito abbreviato.
Da parte loro Oltean Gavrila e Ionut Jean Alexandru hanno assistito al racconto dei loro accusatori impassibili, osservandoli attraverso un monitor sistemato nei pressi della gabbia (i due fidanzatini, invece, protetti nella stanza attigua, non li hanno mai potuti vedere).
Detenuti dal 20 marzo scorso, Gavrila e Alexandru hanno ammesso la violenza sessuale sulla ragazzina di 14 anni e il dna ha confermato che appartengono a loro i profili genetici estrapolati dai reperti. Gavrila è detenuto anche per lo stupro di una studentessa di 22 anni avvenuto nel parco del Pigneto il 20 luglio scorso. Anche in questo caso ad incastrare l’uomo sono i risultati del dna. Ma l’uomo, a differenza del caso della Caffarella, ha sempre negato di essere il responsabile. «Le risultanze dell’incidente probatorio - ha detto il legale di Gavrila, avvocato Carlo Scepi - sono quelle che ci aspettavamo. Tra l’altro non siamo potuti essere molto aggressivi poichè la delicatezza del caso ce lo imponeva.

Ora si va verso l’immediato; chiederò il rito abbreviato».

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