
Cercansi n.1 disperatamente. Dopo decenni di «rassegnazione panchinara» (altri tempi, altri regolamenti, altro gioco, altro tutto...) i «portieri di riserva» trovano la loro rivincita. Diventando protagonisti di questo inizio di campionato: per gli «estremi difensori» infatti è già tempo di scrutini. Difficile districarsi tra i voti - spesso contraddittori - dei «pagellisti» professionisti. Prendiamo, ad esempio, il discusso Sommer: una sua recente prestazione è stata giudicata da «4» da un quotidiano, da «5» in una trasmissione tv e da «6» da un «sito specializzato». Pallottoliere pazzo: allo stesso tempo il portiere dell'Inter risulta bocciato, rimandato e promosso. Una confusione nei registri dei «docenti» del calcio che sta alzando le quotazioni della «riserva» di Sommer, quel Josep Martinez (preso dal Genoa e costato 15 milioni) che qualcuno ritiene già pronto per la successione del «vecchio» Yann. Intanto Milinkovic Savic del Napoli (preso da Torino a suon di milioni, circa 25) ha quasi soffiato il posto a Meret che, se non farà presto a riprendersi la «titolarità» della porta, rischia di uscire dal giro della nazionale. E sarebbe un peccato. Altro ex dodicesimo (ed ex Carneade) che si sta prendendo le sue belle soddisfazioni è Elia Caprile del Cagliari con una media in pagella del 7, più alta di colleghi blasonati come Maignan del Milan e De Gea della Fiorentina: il primo messo più volte in discussione l'anno scorso e che ora sente sul collo il fiato del talentuoso Terracciano; il secondo sul banco degli imputati per l'attuale inizio deludente dei Viola. In casa Juve il problema non è certo il portiere, anche se Di Gregorio deve stare attento a non commettere errori visto che alle sue spalle scalpita l'ottimo Perin. La sensazione è comunque che la «scuola italiana dei portieri» sforni sempre meno talenti, complice la moda di affidare la custodia dei pali a «estremi difensori» stranieri, alcuni dei quali hanno fatto flop.
I tempi in cui Zoff giocava centinaia di partite senza fermarsi mai (eccetto quella volta che entrò Alessandrelli, e sappiamo tutti come andò a finire) appartengono alla preistoria. Adesso nessuna squadra ha più un titolare «forte» e una riserva «scarsa». Mediamente sono entrambi dello stesso livello anche per alternarsi tra campionato e impegni di coppa. Il mitico Albertosi non è d'accordo: «Titolare e riserva devono essere ben chiari dall'inizio».
Ma perfino Gigio Donnarumma e Gigi Buffon, da giovani, erano dei «rincalzi». Per poi diventare dei «monumenti».Intanto, la famigerata «costruzione dal basso» impone ai portieri «moderni» di saper giocare coi piedi più che essere bravi con le mani. E c'è chi la chiama «evoluzione del ruolo»...