Calcio

Bergomi: "Ecco la mia favorita per il Mondiale. E vi dico chi mi ha deluso"

Giuseppe Bergomi, indimenticato campione del mondo nel 1982 ed oggi commentatore di Sky Sport, in esclusiva per ilGiornale.it analizza i Mondiali in Qatar

Bergomi: "Ecco la mia favorita per il Mondiale. E vi dico chi mi ha deluso" Esclusiva

La fase a gironi dei Mondiali in Qatar sta per volgere al termine e da sabato 3 dicembre si inizierà a far sul serio con gli ottavi di finale. In esclusiva per ilGiornale.it, Beppe Bergomi, commentatore Sky e presenza fissa a "Sky Calcio Club" condotto da Fabio Caressa la domenica sera (rubrica che anche nel periodo del Mondiale continua su Sky e in streaming su NOW e che domenica 4 dicembre avrà come ospite l'allenatore del Milan Stefano Pioli), ha toccato diversi temi parlandoci delle sue favorite ma anche della nazionale che più l'ha impressionato.

Bergomi, le sta piacendo questo Mondiale?

"Sì, devo dire che mi piace molto vedere le partite e al netto di tutte le polemiche che ci sono state e che ci saranno è sempre il campo che parla. Ho visto ottime partite, alcune anche molto tattiche con primi tempi bloccati che finiscono 0-0 ma che poi si sbloccano nella ripresa. Le piccole non regalano e le grandi non si possono distrarre un attimo, come dimostrano le sconfitte di Argentina e Germania. Per ora, ripeto, a me questo Mondiale sta piacendo molto".

Nella testa e nelle gambe dei calciatori, giocare questa competizione a inizio stagione e non a fine anno e in estate può condizionare le prestazioni?

"Sicuramente cambia qualosa, io ho fato 4 Mondiali e lo so bene. Si finiva la stagione, ma poi avevi un minimo di tempo, circa un mese, per fare la preparazione, sapevi a cosa andavi incontro. Qui in Qatar pensavo di trovare i giocatori molto più in forma di quello che sono in realtà, dato che la maggior parte di loro gioca anche in Europa. Mi sto rendondo conto invece che alcuni stanno bene, altri meno. Non so se è fatica fisica o mentale, ma credevo che i ritmi fossero più alti in generale. Ci sono alcune partite dove i ritmi sono bassi e altre dove sono più sostenuti, ad esempio la Spagna va 2000 all'ora e ad oggi è la più bella nazionale da vedere. La Francia va a strappi con un giocatore che è più di una spanna sopra a tutti. Il Brasile va piano, è vero, ma ha qualità. L'Argentina sta facendo fatica e anche la Germania, ma occhio che se passa è sempre pericolosa".

C'è il grande rimpianto per l'Italia di Roberto Mancini per quello che sarebbe potuto essere e invece non sarà: cosa ne pensa di questa assenza pesante?

"Io sono sempre andato controcorrente e lo faccio anche questa volta. Per me non è vero che in Italia mancano talenti e che facciamo fatica. Abbiamo una buona Nazionale e non esserci in questo Mondiale è davvero triste. Se avesse passato il girone la nostra Nazionale sarebbe stata pericolosa per tutti. Siamo tattici, sappiamo stare in campo, abbiamo tenuta mentale, siamo difficili da battere. Non esserci è triste perché il Mondiale è unico, inutile che ci giriamo intorno. Puoi giocarlo dove vuoi ma è pur sempre il Mondiale. Io ne ho vissuti 4 da protagonista sul campo, poi li ho vissuti da telecronista e ora da spettatore: respiri un clima diverso dalle altre competizioni e non vedere l'Italia dispiace tanto".

Lei è d'accordo con Mancini quando dice che chi vince l'Europeo deve essere ammesso di diritto al Mondiale?

"No, non sono d'accordo. Se si stabilisce prima allora d'accordo. Però ricordiamoci anche che in passato quando vincevi il Mondiale partecipavi di diritto a quello successivo, ma poi hanno tolto questa regola. Cosa facciamo, torniamo indietro? Siamo andati avanti per non dare agevolazioni... Il Mondiale te le lo devi guadagnare, io sono di questo partito e noi purtroppo questa volta non ce l'abbiamo fatta".

I recuperi lunghi la infastidiscono o trova sia giusto?

"Per me è bellissimo, mi sto divertendo un sacco. Io sono dalla parte di Collina, continuo a pensare sia giusto così perché ci sono troppe perdite di tempo. Non so dove ci porterà tutto questo, però sono d'accordo per il recuperare il più possibile, non si può pensare di giocare meno di un'ora a calcio".

Cosa le sta piacendo meno di questo Mondiale?

"Alcuni errori di interpretazione degli arbitri. Continuo a pensare che a volte i vari direttori di gara confondano il far giocare per non tagliare ritmo al non fischiare certi falli clamorosi. Tite (ct del Brasile, ndr) ha ragione, ci sono entrate dal dietro che gli arbitri stanno lasciando correre in maniera inspiegabile. Servirebbe più sensibilità sotto questo punto di vista. Anche il Var a volte non è utilizzato al meglio".

Questo è anche il Mondiale delle proteste per la libertà: che idea si è fatto?

"Penso che in tutto questo ci sia un po' di ipocrisia perché si sapeva da anni che si sarebbe giocato in Qatar. Io sono per i diritti, è giusto farsi sentire, non c'è alcun dubbio su questo. Poi, però, la bellezza del Mondiale è il gioco e la felicità della gente sugli spalti. Tendenzialmente capisco anche la sensibilità di ogni federazione in merito ad alcuni temi importanti della vita di tutti i giorni".

Quali sono le sue favorite per il Mondiale?

"Non lo so, davvero. All'inizio, avevo detto le classiche Argentina, Brasile, Germania e Francia. Ma ora non lo so più perché quella più bella da vedere è la Spagna di Luis Enrique. Allenata benissimo, gioca a calcio, recupera palloni, ha qualità. Non so dove arriverà ma è uno spettacolo ammirarla e di certo può arrivare fino in fondo e anche vincerlo volendo visto che agli Europei perse contro l'Italia in semifinale giocando meglio di noi. La Francia forse ha qualcosa in più rispetto alle altre e occhio all'Argentina che se passa ti rende sempre tutto difficile e poi c'è Messi..."

Le delusioni?

"Mi aspettavo di più dalla Corea del Sud, devo dire la verità. Il Belgio invece è una delusione. De Bruyne non dice cose a caso, la nazionale è vecchia. Appena si alza un po' il ritmo fanno fatica ed è delle big quella che più è andata in difficoltà. Il Marocco, invece, mi piace per qualità e compatteza, ha i cosiddetti giocatori che "strappano".

Cosa ne pensa del "caso" Onana al Camerun?

"Io ho visto la prima partita del Camerun contro la Svizzera e lui era sempre a metà campo con i suoi compagni che gli davano la palla a lui e calciava. Non conoscendo bene il caso faccio fatica a esprimere un giudizio ma posso dire che prima di tutto viene la squadra e in questo caso la Nazionale, in secondo luogo lo staff e poi dopo i giocatori. Ripeto, non so bene com'è andata ma bisogna sempre rispettare le scelte dell'allenatore.

Stesse cose le direi per una società di club, ovviamente".

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