Calcio

C’erano una volta i "figli degli Dei", cosa sta succedendo all'Ajax

Quarto allenatore cambiato dal 2022, penultimo posto in classifica, società allo sbando, mercato non all'altezza e tanta confusione. I motivi del tracollo dell’Ajax, dalla semifinale di Champions al rischio retrocessione

C’erano una volta "i figli degli Dei", cosa sta succedendo all'Ajax

Un avvio di stagione da incubo, è così che si può riassumere il momento che sta vivendo l’Ajax. I 36 volte campioni d’Olanda, vincitori anche di 4 Champions League, stanno lentamente scendendo negli inferi e, al momento, non vi è nessun raggio di sole all’orizzonte che lasci intravedere un porto sicuro verso il quale approdare.

Manca, anzitutto, un buon capitano della nave. Dall’addio di Erik ten Hag, avvenuto a giugno 2022, sono stati tre gli allenatori che si sono succeduti in panchina: Alfred Schreuder (luglio 2022 – gennaio 2023), John Heitinga (gennaio 2023 – giugno 2023) e Maurice Steijn (luglio 2023 – ottobre 2023). Ora è arrivato Hedwiges Maduro ad interm. L’ex centrocampista, fra gli altri, proprio di Ajax e Valencia, avrà l’arduo compito di traghettare la nave in porto che, in questo caso, mai come prima d’ora, significa salvezza.

Eppure, per mettere un traghettatore nelle condizioni di operare al meglio, anche altri fattori giocano un ruolo fondamentale. Il più importante è, senza dubbio alcuno, quello societario. E lì, forse, la situazione è ancora più tragica che in panchina. Dopo l’addio di ten Hag ci sono stati tantissimi scossoni. L’amministratore delegato Edwin Van der Sar si è dimesso nello scorso maggio, rinunciando ad un contratto fino al 2025 e lo scorso luglio ha rischiato addirittura di morire per una emorragia cerebrale, trascorrendo ben undici giorni fra la vita e la morte in terapia intensiva. Il direttore sportivo Marc Overmars era stato licenziato già nel febbraio 2022 per molestie sessuali nei confronti di una segretaria del club. Il suo successore, il tedesco Sven Mislintat è stato mandato via – anche in malo modo – dopo soli quattro mesi. L’ex collaboratore di Klopp al Borussia Dortmund e al Liverpool è stato accusato di aver sbagliato scelta tecnica – Stejin – e di aver investito 109 milioni sul mercato estivo nonostante la mancata qualificazione in Champions League. 109 milioni che si vanno a sommare ai 113 del 2022, per un totale di 222 milioni. Una cifra esorbitante per un club che ha, da sempre, raggiunto le migliori fortune attraverso il settore giovanile. È stata tradita la strada che ha sempre portato a pescare in casa, nel centro sportivo “De Toekomst”.

Perché, mai come oggi, in casa Ajax pesano le cessioni dei suoi migliori giovani: Antony, Lisandro Martinez, Haller, Kudus, Timber e Alvarez. Rimpiazzati da dodici colpi che non hanno reso per neppure un singolo minuto. Fra questi spicca il nome di Borna Sosa, terzino croato fortemente voluto dall’ex ds Mislintat. Il motivo? Dietro l’acquisto del giocatore ci sarebbe una società di consulenza croata di cui proprio Mislintat è azionista. Ovviamente, non è finita qui. Perché l’altro fattore concomitante è quello ambientale, il mare che non è per niente calmo sotto la nave. Il clima intorno alla squadra è talmente caldo da essere costantemente attenzionato dalla polizia di Amsterdam che, dallo scorso 24 settembre, monitora costantemente la situazione. Perché quel 24 settembre è stato il giorno in cui l’Ajax è crollato per 0-4 nella sua “Johan Cruijff Arena” contro i rivali storici del Feyenoord e la partita è stata sospesa, invece, sullo 0-3 per incidenti, lancio di fumogeni e scontri nel più famoso De Klassieker.

Dal campo, quindi, fino all’apice societario. O, forse, sarebbe meglio il contrario. Perché la stagione calcistica dell’Ajax altro non è che lo specchio di ciò che sta accadendo in società: sette gare disputate in campionato, una sola vittoria alla prima giornata contro l’Heracles, due pareggi alla seconda e alla terza contro Excelsior e Sittard e, dal 17 settembre in poi, solo sconfitte: Twente, Feyenoord, Az Alkmaar e Utrecht. E domenica c’è il PSV, in trasferta, in quello che è comunemente conosciuto come il De Topper. L’unica gioia stagionale sembra essere quella della qualificazione ai gironi di Europa League contro il Ludogorets e, forse, è anche l’unica competizione in cui gli olandesi tengono un minimo botta. Il girone è difficilissimo con Marsiglia, AEK Atene e Brighton, al momento due pareggi in due partite.

Il futuro si prospetta nuvoloso e con continue perturbazioni. Si era tentata una strada interna che porta un nome molto conosciuto da quelle parti, Klass-Jan Huntelaar. L’ex centroavanti però ha prodotto un certificato medico con scritto “stress”. Ecco, quindi, il ripiegamento su Maduro ma la sua strada sembra già segnata. Saranno le sfide di giovedì in Europa League contro il Brighton e quella di domenica contro il PSV a decidere per lui. Sfide difficili, quasi impossibili per la situazione.

Nella tempesta, due spiragli si sono accesi. E sono due spiragli che trasmettono dolci, dolcissimi ricordi. Si tratta di Luis Van Gaal e Danny Blind, due che di trofei, di gioie e di emozioni con la maglia dei lancieri hanno conquistato tutto. Due che, nell’ultimo mondiale in Qatar, erano rispettivamente allenatore e vice della nazionale olandese. Van Gaal aveva deciso di smettere ma dopo 905 partite in carriera da allenatore ha deciso di tornare da consulente esterno, anche se i tifosi lo rivorrebbero in panchina. Blind si appresta a sedere nel consiglio di sorveglianza. Il loro ruolo, il loro amore per la maglia saranno fondamentali per il futuro del club.

Il 2 novembre si torna alla “Johan Cruijff Arena” contro l’ultima in classifica, il Volendam. Tre giorni più tardi arriva l’Heerenveen. In dieci giorni quattro sfide, quattro battaglie, una più importante dell’altra. L’Ajax ha richiamato l’artiglieria pesante per uscire dalla crisi, ora si attendono solo le risposte. Se la nave riuscirà ad attraccare in porto, il merito sarà di chi ha sempre anteposto la maglia a tutto il resto.

Missione complicatissima ma alla portata di gente come Van Gaal e Blind.

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