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Gli euroTORMENTI di Conte e Spalletti

Antonio preferisce lo scudetto? Non è vero, la Champions gli sfugge e ADL la vuole. Luciano ha invece scoperto problemi in campo e fuori

Gli euroTORMENTI di Conte e Spalletti
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Pozzo, Valcareggi, Bearzot, Lippi, Mancini, Rocco, Trapattoni, Ancelotti, Capello, Sacchi, Di Matteo, Sarri, Gasperini, Malesani, Simoni, Marini, Scala, Zoff, Bianchi, Vialli, Maresca, Ranieri, Cosmi, De Canio, Mazzone. Venticinque allenatori italiani hanno alzato una coppa nei tornei internazionali, mondiali e coppe organizzate da Fifa e Uefa. Nella lista non figurano due cognomi illustri, protagonisti assoluti del nostro campionato e vincitori all'estero. Mai in coppa. Entrambi hanno guidato la nazionale: Conte e Spalletti. Basta osservarli mentre si muovono a bordo campo. Tormentati, agitati, pensierosi. Eppure hanno vinto. Ma non basta. Il passato è glorioso ma loro vivono il presente improbabile e il futuro incerto. Antonio Conte e Luciano Spalletti sono stati uomini contro nell'ultima giornata di campionato, come scambiandosi le squadre, vivendo una sera particolare. Oltre il risultato c'è altro, molto.

Conte viaggia forte in Italia, dovunque abbia saputo imporre le sue idee. Ma gli manca l'Europa, la vittoria nel grande torneo e anche in quelli minori, ha guidato grandi squadre ma è uscito in anticipo, un handicap che lo limita, che lo infastidisce e molesta il suo orgoglio smisurato. Le sconfitte, anche mortificanti, in questa champions stridono con i successi in serie A. Aurelio De Laurentiis lo ha assunto per crescere nell'immagine internazionale, il presidente sa bene che se il cinema significa Hollywood, il calcio significa champions league.

Lo stesso discorso coinvolge Spalletti sulle cui qualità professionali nessuno può sollevare dubbi. Conosceva da remoto la Juventus, pensava di trovare la società e la squadra che osservava da lontano, una volta immerso nella realtà quotidiana ha compreso di avere di fronte un lavoro più pesante di quanto si aspettasse, con un gruppo di calciatori di medio livello, con una dirigenza che, a parte Chiellini, ha una frequentazione debolissima del nostro campionato e, soprattutto, nulla sa della Juventus o di quella che è stata. Il viaggio nel torneo europeo non è ancora definito, quello nella competizione nazionale ancora maggiormente in bilico.

Il passaporto non serve, serve il visto sul campo, Conte conferma il suo censo in testa alla classifica, Spalletti sogna di riacchiappare una posizione degna ma la gloria della coppa è come una lotteria. Basta controllare i nomi e i cognomi dei venticinque vincitori.

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