“Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta”. Oppure: “Bella la finale, però alla fine ci si ricorda solo di chi vince”. Conte dixit, quest’ultima, ma spiegatelo a Daniele Sommariva, 28 anni, una partita di serie A nel 2023-24, una partita anche nel 2024-2025, che poi si ritrova ad entrare in campo nel 2025-2026 perché il portiere titolare si fa buttare fuori dopo 2 minuti. Il finale l’avete visto tutti: uscita a farfalle al 94’ e gol dell’Atalanta (tra l’altro il primo mai segnato in A da Hien), e il tutto cancella pure una bella prestazione. Insomma, che facciamo: lo mettiamo alla gogna?
Per fortuna il suo allenatore si chiama Daniele De Rossi, il quale non solo dice che quel gol “è stato un colpo al cuore: sono orgoglioso dei miei giocatori, mi dispiace per loro”. E poi aggiunge: ”Sommariva? Voi non sapete cosa vuol dire fare il terzo portiere, non giocare da non so quanto tempo, non giocare mai e allenarsi con quella intensità, voglia e attenzione ai dettagli. Gli episodi non sono solo al 94esimo, ma anche le due parate su Zalewski e tutte le volte che ci ha fatto uscire coi piedi e le uscite fatte prima.
Se non ci fossero episodi negativi le partite finirebbero sempre zero a zero e ci annoieremmo a morte. Mi sembra che sul gol avesse anche due o tre persone davanti e il giocatore dell’Atalanta è saltato in cielo: gli errori clamorosi sono altri. Lui è entrato a freddo e l’abbraccio finale non era per consolarlo, era per ringraziarlo per la persona che è.
Anche in un ruolo che può sembrare marginale, ma è invece fondamentale”.Chissà, magari Conte ha ragione lui, eppure per fortuna esiste uno come De Rossi: almeno qualche volta il calcio si ricorda anche di chi perde.